Seppure in un contesto economico indebolito a livello europeo da un peggioramento soprattutto delle performance industriali, il settore agricolo in Italia mostra ancora prerogative di solidità che lo rendono più resiliente ai contraccolpi di una nuova ondata recessiva. È quanto emerge dalla evidenze più recenti, riportate in Agrosserva, rapporto di analisi trimestrale Ismea-Unioncamere. Lo studio segnala in particolare una positiva evoluzione delle dinamiche occupazionali nelle campagne e un andamento dell’export per l’agroalimentare positivo (+1%), seppure in rallentamento rispetto alla dinamica dell’anno scorso.
Dalle indagini Ismea sul clima di fiducia emerge, presso le aziende agricole, un generale peggioramento del sentiment, ma un miglioramento nella componente delle aspettative. La metà delle imprese del Panel Ismea ha dichiarato di voler mantenere il livello della produzione aziendale inalterato nei prossimi 2-3 anni. E il 18% (quasi due imprese su cinque) sostiene di volerlo aumentare. Forte anche l’attenzione al tema della multifunzionalità: l’11% delle aziende dichiara di voler puntare alla diversificazione, in un’ottica di integrazione del reddito agricolo attraverso l’esercizio di attività connesse e secondarie. Anche l’evoluzione dei consumi alimentari in Italia, seppure ancora in leggera flessione, prelude a uno scenario meno critico rispetto a un 2013 fortemente negativo. Non si esclude a fine anno un leggero recupero che potrebbe mantenere invariato, nel 2014, il dato di spesa delle famiglie.
La riduzione dei costi di produzione, confermata anche nel terzo trimestre di quest’anno, potrebbe avere moderati impatti positivi sulla redditività. Le imprese potrebbero ottenere vantaggi soprattutto dalla riduzione dei prezzi dei prodotti energetici (carburanti, lubrificanti, energia elettrica), con il petrolio che in pochi mesi ha già subito un deprezzamento di circa il 30%. Ma resta l’evidenza di un “annus horribilis” per l’agricoltura italiana, colpita dalle anomalie climatiche che ne hanno pesantemente compromesso le rese.
Riguardo al credito in agricoltura, gli ultimi aggiornamenti rivelano un aumento dello 0,4% dello stock dei finanziamenti bancari (II trimestre 2014 sullo stesso periodo 2013), ma se si guarda alle sole consistenze di medio-lungo termine il dato è negativo del 7% su base annua. Le nuove erogazioni bancarie alle aziende agricole, sempre nel II trimestre e solo sul medio-lungo termine, registrano, in base ai dati Ismea-Sgfa, una crescita annua dell’1%. Significativa la conferma di un “credit standing” migliore per le aziende agricole rispetto alla media delle imprese non finanziarie, paramento che misura la solidità creditizia e l’affidabilità delle imprese nei rapporti con il sistema bancario. I dati più aggiornati dimostrano che nelle campagne le aziende/imprenditori che non riescono ad onorare i loro debiti (si parla tecnicamente di tasso di decadimento) sono appena lo 0,49%, contro lo 0,82% dell’industria alimentare e lo 0,87% rilevato per la totalità dei settori economici.