“Da Rosarno parte un messaggio di fiducia e di speranza. Abbiamo voluto presentare qui l’avvio del lavoro della Rete del lavoro agricolo di qualità, prevista da ‘Campolibero’. Lunedì prossimo partiamo con la cabina di regia presso l’Inps, con l’obiettivo di certificare la qualità dell’occupazione nelle imprese agricole. Questo strumento potrà essere utile anche nei rapporti con la grande distribuzione organizzata, soprattutto sotto il profilo della certificazione etica del lavoro. Bisogna dirlo in modo chiaro: il rispetto e la dignità del lavoro sono principi non trattabili”. Lo ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, partecipando all’iniziativa “Legalità, diritti, dignità. Da Rosarno si può”, promossa, nella città calabrese, da Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil contro il lavoro nero in agricoltura.
Condizioni di legalità – “Dobbiamo creare, soprattutto qui in Calabria ma in generale in tutto il Paese, le condizioni perché – ha aggiunto Martina – non si assista più allo sfruttamento di immigrati irregolari: non c’è giustificazione per le aziende che sfruttano la disperazione di chi lavora in nero per cercare margini nell’attività produttiva”.
Il Ministro ha proseguito: “Per troppi anni in Italia abbiamo accantonato i problemi, ora è il momento di affrontare alcuni nodi cruciali per l’agricoltura italiana. Dobbiamo occuparci della tutela del reddito degli agricoltori e restituire la dignità del lavoro nei campi. Per farlo è fondamentale utilizzare al meglio i fondi europei senza sprecare nemmeno un centesimo. Servono due leve fondamentali: qualità e organizzazione. Due pilastri che devono stare insieme”.
Sul fronte organizzazione, ha aggiunto Martina, “siamo ancora troppo indietro. La media nazionale è al 40%, in Calabria siamo fermi al 20%. Una terra straordinaria come questa merita di sfruttare al meglio le occasioni che ha, mettendo in risalto la qualità delle produzioni. Il produttore da solo, in qualsiasi zona d’Italia, non ce la fa. Davanti a noi abbiamo gli strumenti per intervenire che ci offrono grandi potenzialità: mi riferisco, ad esempio, al miliardo di euro a disposizione da qui al 2020 attraverso i fondi dello sviluppo rurale. È il momento di fare un salto di qualità concentrando le risorse su progetti innovativi, concreti, di prospettiva. C’è bisogno di una strategia, che metta insieme i produttori e permette di affrontare il mercato con più forza”.
Produzioni importanti – “So che qui – ha proseguito il Ministro – abbiamo il cuore di alcune nostre produzioni importanti, come gli agrumi. Sono pronto a dare avvio a un ‘Piano agrumi’ che però non potrà prescindere da un lavoro di squadra tra produttori e istituzioni. Convocherò anche i grandi soggetti industriali, tra cui Coca Cola, per avviare un percorso insieme sulle arance, che coinvolgerà naturalmente anche le produzioni calabresi. Dobbiamo utilizzare tutti il 2015 per il rilancio dell’agricoltura e dell’Italia. Le premesse sono favorevoli e c’è un grande lavoro da fare. Il Governo – ha concluso Martina – è pronto a fare la sua parte”.
Confagricoltura, condanniamo il lavoro nero e favoriamo quello vero – Confagricoltura è per il lavoro “vero” e contrasta quello “nero”, quello “fittizio”, il caporalato, l’evasione contributiva. Lo ha sottolineato senza mezzi termini il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli, Mario Guidi, intervenendo a Rosarno al congresso indetto dai sindacati dei lavoratori. Ha detto di più Guidi: “Non penso che un’azienda vada premiata se sta nelle regole, ma debba essere punita se non lo fa”. Insomma, Confagricoltura e le sue imprese sono rigorosamente per la legalità. Non ci possono essere alibi per chi infrange. Chi è fuori dalle regole fa un danno inaccettabile e penalizza chi invece le leggi le rispetta, cioè le decine di migliaia di imprese agricole che operano alla luce del sole e che occupano regolarmente manodopera dipendente. È a queste imprese che Confagricoltura intende dare voce.
Piaga – “La piaga del lavoro nero – ha poi proseguito Guidi – si combatte non solo con le sanzioni, ma ricostruendo un’economia competitiva ed economicamente soddisfacente. Gli agricoltori devono puntare ai mercati aggregandosi per essere competitivi e la Regione deve accompagnare questo processo con grandi interventi infrastrutturali e logistici, sfruttando i fondi europei e sostenendo gli investimenti agricoli. Anche la Piana di Gioia Tauro va riprogettata attraverso i PSR”. “Il governo, dal canto suo, deve intervenire non elevando il carico fiscale come sta succedendo invece con l’Imu – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Tutti devono lavorare di più, velocemente, con soddisfazione reciproca delle aziende e dei lavoratori”.