Dati positivi per il brunello di Montalcino resi noti in occasione di ‘Benvenuto’ 2015. A conferma della buona salute del Brunello ci sono i numeri dell’export, che si conferma al 67,5% dell’intera produzione, con gli USA in testa con oltre il 30% delle esportazioni, seguiti da Europa (con UK, Germania e Svizzera in testa) al 20%, i mercati asiatici (Cina, Giappone, Hong Kong ecc.) che realizzano il 15%, il Canada (12%) e il centro e sud America (8%). Il restante 15% è occupato dagli altri mercati. Per quanto riguarda il mercato, torna di nuovo a salire la produzione, con 13.193.000 di bottiglie immesse sul mercato nel 2014 (+3,60% rispetto allo scorso anno), così suddivise: 8.400.000 di Brunello (+4%), 4.500.000 di Rosso (+5%), 260.000 di Sant’Antimo e 33.000 di Moscadello.
Anche il giro d’affari del settore vitivinicolo a Montalcino è aumentato del 2% rispetto all’anno scorso, arrivando ai 168.250.000 di euro. Accanto al fatturato derivante dalle attività legate al vino, che rappresenta certamente il maggior introito per le aziende del territorio, si deve aggiungere però un dato importante che sta crescendo in questi ultimi anni: è quello del settore enoturistico, che ha superato i 30 milioni di euro. Nel 2014 sono passati da Montalcino oltre 1 milione di turisti, facendo registrare un + 17,5% sui pernottamenti nelle strutture ricettive e un +16,5% di presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. «Dal 2011 al 2014 l’incremento di fatturato del settore enoturistico è stato di quasi il 10% – ha commentato Francesco Ripaccioli – e dimostra che investire nella ristrutturazione e riqualificazione delle strutture per dare accoglienza di alto livello è la giusta direzione per valorizzare il territorio anche dal punto di vista dell’ospitalità. A Montalcino agricoltori e produttori sono divenuti col tempo imprenditori, capaci di reinvestire sul territorio le risorse realizzate in anni di lavoro. Questo processo ha creato un circolo virtuoso che si sta trasformando in un’industria turistica».
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