Paesaggio, la Toscana approva il Piano. Agricoltura diventa risorsa

Il Piano di indirizzo territoriale (Pit) con valenza di Piano paesaggistico, dopo un lungo lavoro e un iter durato anni, è stato definitivamente approvato. Il “tetto” a salvaguardia della Toscana ha incassato i voti favorevoli della maggioranza e di tutto il centrosinistra (32) e quelli contrari del centrodestra (15). Il lungo dibattito iniziato questa mattina, venerdì 27 marzo, e protrattosi fino ad oltre le 20 ha registrato gli interventi di 24 consiglieri e la replica del governatore Enrico Rossi. Quindi è iniziata la votazione degli ordini del giorno (in tutto 61) presentati da Forza Italia e Fratelli d’Italia interrotta per cercare un punto di incontro per superare l’ostruzionismo, alla fine trovato su un emendamento alla legge che introduce modifiche alle norme regionali per il governo del territorio (65/2014). Respinti tutti gli emendamenti presentati dal centrodestra, e due proposte di risoluzione a firma Forza Italia. Passata invece quella presentata dal Gruppo Pd che “impegna la Giunta ad un aggiornamento della cartografia ricognitiva delle aree tutelate per legge. Approvato, infine, il maxiemendamento di cui è primo firmatario il presidente Rossi, e con lui capogruppo e vice capogruppo Pd Ivan Ferrucci e Lucia De Robertis, e gli altri capigruppo della maggioranza.

Il presidente Rossi: "Abbiamo scritto una pagina di buona politica" – "Dobbiamo fare ciò che riteniamo giusto e in accordo con l’interesse generale. Questo signifca scrivere una pagina di buona politica: e questo piano, nell’equilibro che ha saputo raggiungere, è senz’altro una pagina di buona politica". E’ stato questo uno dei passaggi più rilevanti dell’intervento con cui il presidente Enrico Rossi ha concluso il dibattito generale sul piano del paesaggio, ringraziando tutti coloro che hanno partecipato e dato un contributo a un risultato che è unico in Italia. "Siamo la prima regione che può approvare un piano del paesaggio in consiglio regionale – ha sottolineato Rossi –  perché anche la Puglia, l’unica regione finora dotata di un piano, lo ha approvato senza un voto in consiglio regionale. Noi lo facciamo attraverso un dibattito ampio e difficile in consiglio, confrontandoci con posizioni diverse anche all’interno della stessa maggioranza, come è giusto che sia, perchè il paesaggio è tema davvero trasversale, basti pensare che per anni ha avuto come punto di riferimento la legge Bottai del 1939". "In ogni caso – ha aggiunto il presidente – nel momento in cui le regioni sono sotto attacco nel dibattito pubblico per l’inefficienza e per l’incapacità di dare risposte, la Toscana ha dimostrato di saper fare scelte difficili, al servizio dei cittadini". Dopo aver difeso il metodo del confronto con il governo – "Non è vero che discutere col ministero è stato umilliante, il paesaggio è un bene tutelato dall’articolo 9 della Costituzione, che rende necessaria la copianificazione" – Enrico Rossi ha richiamato il valore di questo bene per la Toscana: "E’ la nostra identità, il nostro marchio nel mondo, bellezza che si è prodotta anche attraverso il lavoro. E con il piano siamo riusciti a ricostruire l’equilibrio necessario". Nessuna attività, insomma, sarà penalizzata e costretta a cessare, ma piuttosto trarrà beneficio da nuove regole. E questo vale per le cave  – "Non blocchiamo certo l’attività di escavazione" – come per l’agricoltura, dove anzi si aprono nuove attività – "Restituiamo alle attività agricole 200 mila ettari di bosco. Basterà dimostrare che un tempo erano terreni agricoli" – così come per le nostre coste – "Però lasciamo le piscine sulle spiagge alla riviera romagnola". Regole, ha concluso Rossi in riferimento agli "argini" che è necessario mettere al consumo di suolo, che anzi possono fare bene alla nostra economia. "Questo piano, certo, può dispiacere a chi voleva la chiusura delle cave, così come a chi vorrebbe fare tutto come prima. Eppure le regole aiutano la qualità. E la qualità può costare di più, ma spesso dura di più e rende di più. Pensate a tutto l’edificato invenduto nella nostra regione. Se per qualche anno non edificheremo più, ma ci dedicheremo a ristrutturare e recuperare faremo un gran bene alla Toscana".

Cia Toscana: «Accolte le nostre proposte» – Definitivamente approvato nella tarda serata di ieri dal Consiglio Regionale, il Piano Paesaggistico (Pit) della Toscana, dopo mesi di ‘battaglie’ e revisioni che hanno visto la Cia Toscana in prima fila, fin dalla prima ora. «Siamo molto soddisfatti dell’approvazione da parte del Consiglio Regionale  – commenta Luca Brunelli presidente della Cia Toscana -, dopo le modifiche di inizio dicembre fatte dalla Giunta. Se ricordiamo le divergenze e incomprensioni nate dopo la presentazione del Piano,  oggi l’agricoltura toscana può guardare avanti con ottimismo; problematiche che sono state superate ed è stato riconosciuto, come la Cia ha sostenuto fin dal 2 luglio scorso, che tutta l’agricoltura toscana rappresenta una risorsa paesaggistica».
Con l’approvazione definitiva del piano paesaggistico – sottolinea la Cia Toscana – si chiude una Legislatura che, a partire dalla nuova Legge Regionale urbanistica dello scorso ottobre, ha introdotto cambiamenti importanti nel rapporto tra agricoltura, aree rurali e governo del territorio.  «Finalmente – aggiunge Brunelli – è stato riconosciuto il ruolo centrale dell’agricoltura per l’economia delle aree rurali e per il presidio del territorio. Si è capito che per svolgere questo ruolo, l’agricoltura non può essere immutabile, ma deve potersi trasformare per essere dinamica e competitiva. Questo è il senso profondo della battaglia che come Cia Toscana abbiamo portato avanti in questi mesi; una battaglia politica e culturale difficile, nella quale abbiamo messo tutta la nostra passione, ottenendo risultati positivi che rivendichiamo con orgoglio». Le novità principali che emergono dal nuovo impianto normativo sono un deciso contrasto al consumo di suolo agricolo; la semplificazione sostanziale delle procedure per la realizzazione dei manufatti necessari all’attività agricola; lo stop alle interferenze della pianificazione territoriale e paesaggistica sulle scelte imprenditoriali degli agricoltori. «Le nostre proposte – continua la Cia Toscana – sono state ampiamente recepite nel testo finale. Diamo atto alla Regione, al presidente Rossi e agli assessori Salvadori e Marson, di aver mantenuto l’impegno preso e dell’ottimo lavoro portato a termine nei confronti dell’agricoltura della nostra regione. Un grazie va a tutto il Consiglio Regionale per la definitiva approvazione, un ringraziamento particolare al Presidente della VI Commissione Gianfranco Venturi per il prezioso lavoro di questi ultimi mesi. E’ stato eliminato ogni fraintendimento; ora sono sufficientemente chiari i compiti ed i limiti della pianificazione urbanistica e paesaggistica; sono sparite le indicazioni rivolte a “limitare” le scelte imprenditoriali degli agricoltori, si è scelta la strada di una valorizzazione del paesaggio rurale fondata sulla centralità dell’agricoltura. Con il nostro Dossier –sottolinea la Cia Toscana – ci siamo messi da subito a disposizione per un confronto aperto e costruttivo che, pur partendo da una critica radicale dell’impostazione di parti rilevanti del Piano, portasse alla costruzione di un Piano Paesaggistico condiviso, che potesse dare certezze normative agli operatori e impulso ad uno sviluppo delle aree rurali e dell’agricoltura incentrato sull’innovazione, la competitività, il dinamismo economico e la valorizzazione delle risorse produttive, ambientali e paesaggistiche del territorio.». In sintesi il Piano Paesaggistico si prefigge la tutela del territorio agricolo contro l’eccessiva urbanizzazione; il recupero delle aree già agricole ricolonizzate da arbusteti o boschi; la qualità dei paesaggi rurali e un osservatorio regionale per il paesaggio, che sarà articolato sul territorio, garantirà la possibilità di valutare tutte le questioni che dovessero presentarsi in futuro, promuovendo anche eventuali integrazioni o modifiche.
Cia protagonista
– Un lungo lavoro quello della Cia per portare un contributo concreto al miglioramento del testo originale della Regione, apparso fin da subito restrittivo e penalizzante verso la cosiddetta ‘agricoltura specializzata’ (vino, ortofrutta, florovivaismo). Già nel mese di maggio – quando il Piano paesaggistico non era all’attenzione della cronaca – la Cia Toscana organizzò un seminario a Firenze per approfondire la tematica; il 2 luglio, giorno dell’adozione del Piano, la Cia uscì sulla stampa definendolo fin da subito un documento ‘luci ed ombre’ e auspicando che il territorio non diventasse una cartolina. I mesi estivi poi sono serviti per redigere un dettagliato Dossier sul PIT presentato nei primi giorni di settembre alla Regione Toscana e alla stampa. 

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