“Apprendiamo con soddisfazione la decisione del ministero della Salute, che apre la strada dell’EXPO al porceddu. Questo primo successo, frutto dell’importante lavoro della regione Sardegna, in particolare degli assessori della Sanità e dell’Agricoltura, in stretta collaborazione con la nostra Organizzazione, auspichiamo riesca, dopo 37 anni di embargo, ad aprire le porte dell’export anche alla carne fresca e dei salumi provenienti dagli allevamenti sardi certificati, sicuri, sani e di alta qualità, regolarmente consumati in Sardegna”. Questo il commento della presidente della Federazione nazionale suinicola di Confagricoltura, Giovanna Parmigiani.
Il rischio scongiurato – Confagricoltura aveva da tempo sottolineato con forza l’incongruenza che avrebbe permesso alla carne di coccodrillo proveniente dallo Zimbawe e probabilmente anche agli insetti, ma avrebbe vietato al maialino sardo l’ingresso all’EXPO. “Il paradosso di negare anche la vetrina dell’Esposizione universale ad uno dei capolavori del made in Italy, per fortuna ora risolto, – continua Parmigiani – avrebbe colpito un settore già in profonda crisi: in Sardegna 8mila aziende suinicole vantano standard di biosicurezza elevatissimi e certificati. E’ inconcepibile come pochi allevamenti incontrollati e bradi possano aver messo a rischio il comparto suinicolo di un’intera regione”.
Informazione pubblicitaria