Si chiude un altro anno sugli scudi per l’export caseario nazionale, con valore record di 2,2 miliardi di Euro e un quantitativo di oltre 331 mila tonnellate spedite oltre i confini nazionali. Rispetto al 2013, si evince dalle elaborazioni Ismea sui dati Istat, si è registrata una progressione del 3,3% in quantità e del 4,8% in valore, nonostante le ricadute della crisi in Ucraina abbiano quasi dimezzato le spedizioni alla volta di Mosca, e un Euro ancora forte non favorito gli acquisti in Usa (-5,7% in volume rispetto al 2013).
Dati in crescita da Oriente – Un nuovo stimolo, sottolinea l’Istituto, è arrivato invece dai mercati dell’est Europa, in particolare Polonia, Repubblica Ceca e Romania, destinazioni che hanno visto crescere l’export italiano in volume rispettivamente del 18%, 9%, e 22%. Performance interessanti, seppure in corrispondenza a quote di mercato ancora esigue, si sono evidenziate in Cina (+41%), Corea (+26%) e negli Emirati Arabi Uniti (+28%). Quanto ai principali Paesi clienti, si è registrata una dinamica positiva in Francia (4,3%), Germania (+6,5%) e Regno Unito (+1,9%).
I dettagli di un export positivo – Tra i diversi segmenti si evidenzia un buon andamento per i formaggi freschi (+3,1% in volume), i grana a denominazione (+3,4%), per il provolone (+7,2%), gorgonzola (+2,7%) e i formaggi grattugiati (+9,7% in volume). Considerando i principali mercati di destinazione, emerge una crescita per i freschi soprattutto in Germania (+8,2% in volume) e in Francia (+7,0%), a fronte di una flessione nel Regno Unito (-2,5%). Grana Padano e Parmigiano Reggiano, di contro, hanno registrato l’incremento maggiore oltremanica (+9,1%), mentre sono aumentati meno sul mercato tedesco e transalpino (rispettivamente +3,7% e +2,1%) e hanno accusato una battuta d’arresto negli Usa (-5,2%). Il Gorgonzola, infine, è stato molto più apprezzato nei Paesi Bassi (+13,9% in volume) e nel Regno Unito (+7,3%).
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