L’ipotesi di un accordo bilaterale tra l’Unione europea e il Vietnam, con la possibilità per il Paese asiatico di esportare sui mercati comunitari un quantitativo pari a 76 mila tonnellate di riso a dazio zero, preoccupa la Cia-Confederazione italiana agricoltori: "Non ci sono le condizioni per aprire maggiormente il mercato del riso in Europa senza dazi -spiega il presidente nazionale Dino Scanavino- anche perché i nostri risicoltori subiscono già l’impressionante aumento dell’import da parte di Paesi come la Cambogia e il Myanmar, che possono beneficiare degli accordi Eba".
Sulla questione, il presidente della Cia Lombardia Giovanni Daghetta ha incontrato sia il direttore della Divisione Cereali del Copa-Cogeca Petit Arnoud che l’onorevole Paolo De Castro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, i quali hanno garantito la massima attenzione sul tema. Il presidente Scanavino ha sollevato la questione anche con il rappresentante permanente aggiunto dell’Italia presso l’Ue, l’ambasciatore Marco Peronaci.
Non si tratta di un’istanza protezionistica -evidenzia la Cia- ma di una legittima valorizzazione del riso "made in Italy", che negli ultimi anni sta già pagando i tagli della Pac e l’import agevolato a dazio zero dai Paesi Eba.
La risicoltura nel nostro Paese si estende su circa 220 mila ettari, pari al 51% delle risaie dell’intera Ue -ricorda la Confederazione-. La coltivazione del riso è concentrata, poi, in aree dove la forte specializzazione degli operatori ha favorito indotti economici rilevanti, nonché culture, identità, saperi, sapori, tradizioni, oltre che il modellamento di paesaggi e ecosistemi unici con effetti benefici diretti per la biodiversità e la difesa idrogeologica.
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