Si contano ben 774 incendi dalla somma degli roghi accesi quotidianamente negli ultimi dieci giorni di grande caldo, che hanno interessato boschi, campi coltivati e lambito anche i centri abitati. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati del Corpo Forestale dello Stato impegnato nella lotta alle fiamme. Sotto attacco sono gli oltre dieci milioni di ettari di bosco dove sono migliaia le varietà vegetali danneggiate ma anche gli animali, mammiferi, uccelli e rettili che li popolano. Gli incendi – sottolinea la Coldiretti – provocano danni incalcolabili dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Ogni ettaro di macchia mediterranea – precisa la Coldiretti – è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili ma anche da una grande varietà di vegetali che a seguito degli incendi sono andate perse. Nelle foreste andate a fuoco – continua la Coldiretti – saranno impedite per anni anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono a settembre decine di migliaia di appassionati. I boschi – ricorda la Coldiretti – ricoprono peraltro un ruolo centrale come assorbitori e contenitori di anidride carbonica, che è il principale gas ad effetto serra, e sono fondamentali nella mitigazione e nell`adattamento ai cambiamenti climatici in corso. Di fronte ad un fenomeno ormai strutturale bisogna lavorare sulla prevenzione e – sostiene la Coldiretti – creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Sono infatti alla merce dei piromani circa 300mila ettari di bosco che sono stati abbandonati negli ultimi 20 anni per effetto della chiusura delle aziende e si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa svolgere attività di custodia, di valorizzazione, di protezione e di sorveglianza. Per difendere il bosco italiano occorre – sottolinea la Coldiretti – creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. L’Italia puo’ contare su un patrimonio forestale di oltre 10 milioni e 400 mila ettari di superficie con oltre 12 miliardi di alberi che coprono oltre un terzo della superficie nazionale (35 per cento) e costituiscono – conclude la Coldiretti – il polmone verde dell’Italia con circa 200 alberi per ogni italiano.
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