L’ennesima riunione dei tecnici ministeriali e dei responsabili delle Organizzazioni di categoria interessate alla revisione delle macchine agricole e delle macchine operatrici, si è conclusa con un nulla di fatto.
L’incontro, al quale hanno partecipato i massimi vertici dei tre dicasteri interessati (Trasporti, Agricoltura e Lavoro), ha mostrato come le posizioni siano tuttora ampiamente divergenti non solo fra le varie categorie interessate, ma anche fra gli stessi esperti ministeriali. Rimane infatti il dubbio se la revisione debba limitarsi alla sola verifica della rispondenza ai requisiti minimi per la sicurezza nella circolazione stradale, come previsto in termini generali dal Codice della strada e dal decreto interministeriale del 20 maggio scorso, ovvero se debba incidere anche sulla sicurezza sul lavoro.
La prima posizione, che trova d’accordo tutte le categorie di utenti, agricoltori e agromeccanici, si giustifica con l’esistenza di precise norme in materia di sicurezza sul lavoro (il testo unico approvato con D. Lgs. n. 81/2008), che riguardano tutte le macchine agricole e non solo quelle soggette a circolare su strada e tenute alla revisione. L’ipotesi di una revisione “pesante”, se da un lato potrebbe coprire l’utente evitando ulteriori controlli da parte delle ASL e degli ispettori del lavoro, presenta problemi di ordine pratico legati – secondo lo stesso Ministero dei Trasporti – all’impreparazione dei tecnici della Motorizzazione ad affrontare le problematiche relative alla sicurezza. Mentre si avvicina il termine per l’inizio della campagna di revisione (1° gennaio 2016), non sono ancora disponibili le disposizioni di carattere operativo sugli elementi da verificare e sulle modalità di controllo delle macchine. Le imprese agromeccaniche denunciano il rischio, ormai concreto, che la revisione possa creare una disparità di trattamento fra i diversi operatori del comparto agricolo. Da una parte, i contoterzisti e gli agricoltori più dinamici, saranno costretti a fare la revisione perché sempre esposti ai rischi della circolazione stradale; dall’altra, le piccole aziende agricole che circolano su strada occasionalmente, potrebbero essere tentate di eludere la norma.