Una Carta universale che definisce i principi etici per lo sviluppo professionale nel rispetto alle comunità delle persone, di ogni Paese e continente e lancia alcune proposte concrete sul tema “Cibo e identità”. E’ questo il lascito e il contributo della World Association of Agronomists alla Carta di Milano con l’approvazione del documento a conclusione del VI Congresso mondiale che si chiude oggi all’Expo di Milano. «Riteniamo che l’esercizio della professione di agronomo nei contesti connessi all’agricoltura, all’alimentazione, alla ruralità, al paesaggio ed alle risorse naturali – spiega Andrea Sisti neo presidente degli agronomi mondiali – abbracci una dimensione bioecologica planetaria necessariamente scevra di frontiere per il trasferimento di pensiero, professionalità e tecnologia. Siamo convinti che la nostra professionalità, offrendo soluzioni tecniche avanzate, elevi la nostra responsabilità etica e ci costringa ad operare sempre nell’interesse generale in un’ottica di progresso sociale. L’opera dell’agronomo, per questo, rappresenta una considerevole potenzialità nell’ambito delle sfide globali del XXI secolo, ragione per cui ci proponiamo di cooperare alla definizione di una strategia tecnico alimentare e di sostenibilità ambientale per l’intero pianeta ed in particolare per le zone in ritardo di sviluppo».
Le proposte degli agronomi
Città come luoghi dove si produce cibo Il futuro dell’agricoltura sarà sempre più tecnologico, quello delle città sempre più ‘green’. Ed Expo è un modello per le città di domani. Per questo proponiamo, ed Expo ci ha dimostrato che è possibile, di organizzare la produzione di cibo nei centri urbani e nelle periferie: fattorie verticali, orti, biotopi urbani resilienti e flussi veicolari ad energia pulita possono rappresentare una risposta concreta al tema del nutrimento del Pianeta.
Biodiversità – La sostenibilità delle scelte del futuro necessitano di un investimento concreto sulla conservazione della biodiversità delle specie agricole coltivate. Ogni miglioramento sull’utilizzo del patrimonio genetico deve essere sviluppato in aziende agricole agro bio diverse. Un percorso che potrà concretizzarsi ed essere sviluppato soprattutto con la riqualificazione delle città delle aree degradate in ambiti urbani senza identità.
Sicurezza alimentare L’educazione alimentare diventi una materia obbligatoria nelle scuole e nei percorsi formativi a livello di comunicazione del sapere sugli alimenti. Devono essere creati centri di informazione nei luoghi del consumo in modo da garantire indipendenza e trasparenza al cittadino consumatore.
I dieci principi fissati dal documento
Per il cibo e la salute L’agronomo, in qualità di progettista del cibo, assicura l’ottimizzazione dei processi produttivi lungo tutta la filiera agroalimentare, difendendo i principi di un’alimentazione sana e nutriente, che soddisfi le necessità alimentari globali riducendo gli scarti e garantisca la salubrità delle produzioni e la salute ed il benessere del consumatore.
Per la sostenibilità – L’agronomo nello svolgimento della propria attività deve applicare azioni che non depauperano le risorse del pianeta in modo da garantire i bisogni del presente senza compromettere la possibilità di soddisfare quelli delle generazioni future.
Per la biodiversità – L’agronomo assicura la custodia della biodiversità; si impegna a sviluppare e tramandare la diversità genetica per il cibo e per l’agricoltura e garantisce per le generazioni future “la variabilità fra tutti gli organismi viventi, inclusi, ovviamente, quelli del sottosuolo, dell’aria, gli ecosistemi acquatici, terrestri e marini ed i complessi ecologici dei quali fanno parte” (CBD, Rio de Janeiro, 1992).
Per il suolo L’agronomo assicura la protezione e la gestione sostenibile del suolo e la conservazione delle sue capacità di svolgere funzioni o servizi economici, ambientali, sociali e culturali.
Per il paesaggio – L’agronomo salvaguarda il valore “territorio-cultura” come frutto della sedimentazione di fattori storici, sociali ed istituzionali del contesto locale e promuove la valorizzare delle identità locali tramite la conservazione del territorio rurale e delle sue tradizioni.
Uso sociale della genetica – L’agronomo utilizza le tecniche di miglioramento genetico per finalità coerenti e migliorative delle condizioni ambientali e socio-culturali delle popolazioni del pianeta senza favorire situazioni di colonialismo economico nei confronti delle popolazioni più deboli delle aree in ritardo di sviluppo.
Uso sociale della tecnologia – L’agronomo assicura che l’utilizzo della tecnologia e delle pratiche innovative non costituisca asimmetria informativa tale da essere utilizzata a fini economici per la prevaricazione di soggetti più deboli e per ridurre la capacità di esercitare i loro diritti fondamentali.
Indipendenza intellettuale ed autonomia professionale L’agronomo nell’esercizio della professione, escludendo ogni vincolo o limitazione, assicura le migliori condizioni per valorizzare la componente intellettuale che caratterizza la sua opera. Ha il dovere di conservare la propria autonomia di giudizio, tecnica e intellettuale, e di difenderla da condizionamenti esterni di qualunque natura.
Per la sapienza L’agronomo riconosce il dovere di formarsi ed aggiornarsi costantemente al fine di garantire un elevato livello qualitativo alla propria attività, nel pubblico interesse del corretto esercizio della professione e della propria dignità professionale.
Spirito di colleganza – L’agronomo assicura nel riconoscere la comune identità professionale assicura la solidarietà fra i colleghi di tutto il mondo, promuovendo collaborazione fra agronomi e mutuo soccorso, non solo dal punto di vista professionale ma anche sociale e familiare.