Scorrono i titoli di coda della vendemmia 2015 ma manca ancora l’aggettivo per archiviare un’annata che si preannuncia eccellente in termini di qualità. Confagricoltura Asti utilizza apposta la metafora cinematografica perché, come in ogni film che si rispetti, non sono mancati attori protagonisti, comparse e colpi di scena. Come maggiore associazione datoriale della provincia che sostiene “l’impresa in agricoltura”, non possiamo che respingere al mittente l’etichetta “vendemmia della vergogna” applicata da alcuni giornali dopo l’inchiesta sul lavoro nero e caporalato messa in campo dalle Forze dell’Ordine e l’Ispettorato del lavoro, di pattuglia con il Corpo Forestale dello Stato, tra i vigneti del Sud Astigiano. Stando a quanto riferito in un articolo pubblicato da La Stampa di Asti, sono stati 170 i vendemmiatori controllati dall’Ispettorato e in 29 aziende agricole del Nord e Sud Astigiano sono emersi 6 casi di irregolarità.
Il bilancio si completa con l’ammontare delle sanzioni: 110 mila euro di multe verbalizzate dai Carabinieri, 60.000 euro comminate dall’Ispettorato del Lavoro e dal Corpo Forestale, la denuncia da parte della Guardia di Finanza del presidente di una cooperativa in quanto non avrebbe pagato le tasse e impiegato lavoratori in nero.
Confagricoltura Asti è sempre stata in prima linea nella denuncia delle situazioni irregolari e considera i lavoratori stranieri una preziosa risorsa per l’economia astigiana. Per questo come Agrinsieme ha elaborato un documento in cui viene proposto alla Prefettura di Asti di regolamentare i flussi di vendemmiatori in modo che siano identificabili e rientrino nell’alveo della legalità, senza che esista la possibilità “di contratti in nero o grigio”, come affermato con forza dal presidente di Confagricoltura Asti Massimo Forno. In più, come ricordato dal direttore dell’associazione datoriale Francesco Giaquinta, “le paghe e gli orari di lavoro, per i lavoratori stagionali assunti per le operazioni di raccolta dell’uva, sono state approvate e sottoscritte in prima battuta dai sindacati nazionali, Cisl, Cgil e Uil, e quindi anche dalle organizzazioni sindacali di categoria, Cia, Coldiretti e Confagricoltura”. Un aspetto fondamentale che alcuni media hanno colpevolmente messo in secondo piano, privilegiando con titoli al limite dello scandalistico le – doverose – inchieste in corso e gettando fango su una categoria, quella della agricoltori, che con passione e professionalità curano i prodotti che da tutto il mondo ci vengono invidiati. Se vogliamo dare un titolo alla vendemmia 2015, la proposta di Confagricoltura Asti è #vendemmiadaricordare: al rossore della vergogna preferiamo quello dei grappoli.