CRPA: “Alla fine dell’anno, la stragrande maggioranza degli allevamenti suinicoli lombardi risulterà negativa alla malattia di Aujeszky
• Benessere animale, sicurezza, farmaci: la chiave per aumentare la produttività e competere sui mercati internazionali.
• Un workshop dedicato all’impatto delle malattie sulla produttività degli allevamenti si terrà il 28 ottobre a Cremona in occasione delle Fiere Zootecniche Internazionali (28-31 ottobre).
“Grazie al lavoro svolto dalla Regione Lombardia, dai Servizi Veterinari delle Asl, dall’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia (Izs) e alla capacità degli allevatori di aver recepito l’importanza del problema, alla fine di quest’anno la stragrande maggioranza degli allevamenti suinicoli lombardi risulterà negativa e indenne dalla malattia di Aujeszky”. Così Loris Alborali, responsabile della Sezione diagnostica dell’Izs con sede a Brescia, che il 28 ottobre prossimo, alle ore14.30, sarà relatore del workshop “L’impatto delle malattie su produttività e commercializzazione”, appuntamento inserito nel calendario degli eventi previsti a Italpig, CremonaFiere 28-31 ottobre 2015.
Benessere animale e biosicurezza, due facce della stessa medaglia per ridurre l’uso del farmaco
Il tema delle malattie in allevamento, della biosicurezza e della gestione del farmaco rimane centrale per le implicazioni che comporta sia sulla produttività che sulla commercializzazione dei capi. “Sarebbe sbagliato ma anche superficiale affermare che con questo ottimo risultato sulla malattia di Aujeszky il problema può considerarsi completamente risolto. Occorre implementare gli interventi legati alla biosicurezza in allevamento per evitare che eventuali, future infezioni non si diffondano in maniera massiccia come è avvenuto in passato. Va da sé che l’adozione delle migliori pratiche in materia di benessere animale e biosicurezza non solo sono strettamente connesse, ma insieme possono portare a ridurre l’impiego del farmaco, altro tema al centro della discussione europea”.
E’ importante sensibilizzare gli allevatori su quali e quanti farmaci impiegano in porcilaia
Infatti, se al momento non esiste una vera e propria normativa comunitaria legata alla gestione del farmaco, al riguardo è però in atto una revisione, al termine della quale si procederà con la relativa normativa. “In questa fase – continua Alborali – è importante che gli allevatori siano sempre più consapevoli di quali e quanti antibiotici e/o vaccini utilizzano con i suini allevati nelle loro porcilaie. Questo è un dato fondamentale e in questa direzione tutte le istituzioni preposte stanno lavorando portando avanti una forte azione di sensibilizzazione. In qualche modo dobbiamo prendere ancora una volta esempio dai Paesi del nord Europa come Danimarca e Belgio dove sulle misure di biosicurezza in allevamento è in atto una notevole attività di sensibilizzazione, per non parlare dell’Olanda dove esiste già una restrizione su determinate tipologie di molecole e sull’uso dei medicali”.
Benessere, biosicurezza, farmaco, un tris d’assi per migliorare performance e produttività
Tutto questo, e i suinicoltori lo sanno, ha una forte implicazione sulla redditività aziendale. “Certo – conclude il suo ragionamento Loris Alborali – il miglioramento delle condizioni sanitarie dell’allevamento e degli animali porta come conseguenza al miglioramento delle performance produttive che si riverberano sulla commercializzazione dei suini con indubbi vantaggi economici per l’allevatore. E’ questo il concetto chiave: benessere, biosicurezza, gestione del farmaco sono anelli della stessa catena, e per competere sul mercato estero non possono che essere strettamente legati uno all’altro”.