Olio d’oliva spacciato ai consumatori per extravergine. Ma non lo era. E’ frode in commercio il reato contestato dal pm Raffaele Guariniello, della procura di Torino, ai rappresentanti legali di sette grandi aziende olivicole italiane finite al centro dell’inchiesta dei Nas del capoluogo piemontese. Sul registro degli indagati sono stati iscritti per frode in commercio i rappresentanti legali di Carapelli, Bertolli, Santa Sabina, Coricelli, Sasso, Primadonna e Antica Badia.
L’indagine è partita nello scorso mese di maggio dopo la segnalazione di una testata giornalistica specializzata, Il Test (ex Salvagente). I laboratori delle agenzie delle dogane hanno esaminato campioni prelevati dai carabinieri del Nas e hanno verificato casi in cui l’olio, a differenza di quanto indicato, non era extravergine. Guariniello ha informato il ministero delle politiche agricole.
Il ministro Martina: “Controlli rafforzati” – “Seguiamo con attenzione l’evoluzione delle indagini della Procura di Torino – ha detto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina -, perché è fondamentale tutelare un settore strategico come quello dell’olio d’oliva italiano. Da mesi abbiamo rafforzato i controlli, soprattutto in considerazione della scorsa annata olearia che è stata tra le più complicate degli ultimi anni. Nel 2014 il nostro Ispettorato repressione frodi ha portato avanti oltre 6 mila controlli sul comparto, con sequestri per 10 milioni di euro. È importante ora fare chiarezza per tutelare i consumatori e migliaia di aziende oneste impegnate oggi nella nuova campagna di produzione”.