Ministero, Regione Toscana e agricoltori nella capitale del vino, Siena, a confronto sulla nuova normativa relativa all’impianto vigneti. Si è tenuto oggi il convegno “Impianto vigneti dai diritti alle autorizzazioni”, luci ed ombre del nuovo sistema in vigore dal 2016, organizzato dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena e a cui hanno partecipato anche i rappresentanti dei Consorzi di tutela del vino senesi.
2016 anno sperimentazione – «Un incontro molto positivo e molto partecipato – ha commentato l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi – che è stato l’occasione per fare il punto sulla nuova normativa in tema di reimpianto vigneti, sulla quale a giorni verrà pubblicato il decreto del Ministero, e che vedrà il 2016 come anno di sperimentazione. E’ un tema sul quale c’è molta attesa e l’incontro ci ha permesso di raccogliere suggerimenti e sollecitazioni». In proposito l’assessore ha ribadito l’importanza di «fare rete, stare insieme e di promuovere politiche concertate, che rappresentino tutto il territorio regionale».
Ad illustrare le peculiarità della nuova normativa, in rappresentanza del Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è stata la funzionaria Simona Antonella Lamorte: «In Italia potenzialmente c’è la possibilità di un incremento di superficie vitata di oltre 6mila ettari. Il confronto è necessario a chiarire delle dinamiche e delle preoccupazioni; siamo di fronte ad un nuovo sistema ed è quindi ovvio che ci siano delle perplessità ma è altrettanto vero che ci sono oggi gli elementi di certezza necessari a rassicurare il settore». «E’ un sistema che va regionalizzato – ha evidenziato il Direttore dell’Area Economica e Centro Studi di Confagricoltura Vincenzo Lenucci -. Regole e procedure dovranno essere il più possibile snelle e prive di attriti per le imprese. Possiamo crescere tutti come sistema vitivinicolo italiano ma con le peculiarità che ciascun territorio sa dare al suo vino».
Passo in avanti – «Un passo enorme in avanti in termini di chiarezza – ha commentato il presidente dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Giuseppe Bicocchi -. Il rischio liberalizzazione è stato superato, credo che il nostro vigneto ne uscirà se non rafforzato sicuramente indenne da questa riforma». «E’ essenziale conoscere e approfondire le normative entro le quali muoversi e programmare – ha aggiunto il direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena Gianluca Cavicchioli -. Crediamo che in questo nuovo sistema ci siano dei nuovi elementi che possono permettere all’intero comparto, ai produttori e agli imprenditori, di crescere e migliorarsi».
Come cambia la normativa per gli impianti dei vigneti – Fino al 31 dicembre 2015 per impiantare un nuovo vigneto è necessario avere un “diritto di reimpianto” acquistato o ottenuto a seguito di un espianto di una superficie vitata. Dal primo gennaio 2016, in virtù delle nuove disposizioni approvate con la riforma della Politica Agricola Comune del 2013 e tese ad una maggiore liberalizzazione del mercato, il sistema dei diritti di reimpianto si esaurisce e si trasforma in un sistema di “autorizzazioni”.
In pratica chiunque voglia impiantare un nuovo vigneto può presentare sul Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) una apposita domanda e potrà ottenere, salvo disponibilità l’autorizzazione appunto ad impiantare la superficie che intende investire a vigneto. Le autorizzazioni complessivamente concesse in Italia non devono però superare l’1 per cento del totale del “vigneto nazionale” quindi non superare i 6.450 ettari complessivi; ettari comunque ripartiti tra le varie Regioni e Province autonome. I criteri di tale ripartizione saranno precisati, come altri aspetti applicativi, in un Decreto Ministeriale del Mipaaf in corso di approvazione. Su di esso è mancata recentemente l’intesa in Conferenza Stato Regioni e da fine novembre esso potrebbe essere discusso dal Consiglio dei Ministri per una sua eventuale approvazione. Le domande per ottenere le autorizzazioni al nuovo impianto si potranno presentare tra il 15 febbraio ed il 31 marzo di ogni anno, prevede la bozza di DM. Le Regioni e le Province autonome rilasceranno le autorizzazioni a seguito di istruttoria entro il primo giugno successivo. I diritti di reimpianto preesistenti (oggi si stima ci siano in Italia 45mila ettari), come prevede la normativa comunitaria: possono ancora essere ceduti tra operatori sino al 31 dicembre 2015; potranno essere convertiti in “autorizzazioni”, oltre i 6.450 ettari massimi consentiti dall’incremento dell’1%, in qualsiasi giorno compreso tra il 1° gennaio 2016 e sino al 31 dicembre 2020. Le autorizzazioni ottenute dalla conversione di “diritti” al pari delle altre autorizzazioni non potranno essere oggetto di cessione.