La notizia delle offese, delle diffamazioni, ed in alcuni casi delle minacce rivolte – soprattutto attraverso i social network – ai giornalisti de “La Gazzetta del Mezzogiorno” e del “Quotidiano di Puglia” che da tempo stanno seguendo con rigore e professionalità la vicenda legata alla Xylella fastidiosa (il batterio che ha falcidiato e sta falcidiando interi uliveti nel Salento e nel Sud Brindisino) conferma il livello di imbarbarimento che sta assumendo tale vicenda.
La Cia – Agricoltori Italiani di Puglia esprime piena solidarietà ai giornalisti vittime di questo stato di degrado che si sta registrando sulla vicenda legata al batterio della Xylella fastidiosa, comprendendo benissimo quello che tali professionisti stanno vivendo. Non fosse altro perché diversi dirigenti provinciali della C.I.A. – Agricoltori Italiani delle province interessate, che stanno seguendo la vicenda da anni sui territori, sono stati anche loro bersaglio – sui social network ma anche nelle tantissime assemblee svolte nei comuni – di offese e denigrazione.
Auspichiamo – continua la nota della Cia Puglia – che della vicenda Xylella si continui a parlare a tutti i livelli – a partire dagli organi di informazione – per superare una impasse, considerato che dopo lo stop al piano Silletti il rischio della infrazione Ue si fa sempre più concreto. Ora è necessario trovare subito una nuova via per arginare il batterio ed evitare, contestualmente, sanzioni da parte dell’Europa.
Bisogna passare al più presto dalle parole ai fatti, sia sotto il profilo della ricerca scientifica che delle azioni da intraprendere nei territori colpiti delle province di Lecce e di Brindisi, a tutela degli agricoltori danneggiati ma anche a difesa del paesaggio salentino. Il batterio Xylella fastidiosa, lo ribadiamo ancora una volta non aspetta i tempi della giustizia.
Gli agricoltori sono confusi e seriamente preoccupati del futuro, ed hanno bisogno di indicazioni certe per scongiurare il pericolo che la Xylella fastidiosa si propaghi al resto della Puglia, compromettendo seriamente non solo l’economia agricola ma anche quella turistica della intera regione.