“Le falde scariche come mai prima dimostrano che la situazione è di emergenza reale e rischia anche di generare conflitti tra i territori, se non si decideranno da subito precise norme di comportamento in situazioni di grave carenza idrica.” A rilanciare l’allarme dal territorio è stavolta Massimiliano Pederzoli, Presidente di ANBI Emilia Romagna, evidenziando come anche i livelli idrici dei grandi invasi della regione, cioè le dighe di Molato, Mignano e Ridracoli, sono ai minimi storici di capacità.
“Il paradosso – aggiunge Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – è che in questo momento solo il Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.), deputato all’irrigazione, conserva disponibilità di acqua e quindi sta rifornendo i potabilizzatori di Ravenna-Bassette, Ravenna-Standiana e Forlimpopoli-Selbagnone, soddisfacendo le esigenze di consumo di oltre 500.000 abitanti. L’uso umano è l’ovvia priorità ma, nella perdurante assenza di piogge e riserve di neve in montagna, è opportuno determinare subito le compatibilità fra i diversi utilizzi idrici, considerando che, tra qualche giorno, inizierà la richiesta d’acqua dalle campagne, dove – ricorda il Presidente ANBI – si produce il cibo indispensabile alla vita ed all’economia agroalimentare del Paese.”
L’allarme dell’Emilia Romagna segue quello già lanciato un paio di settimane fa dalla Regione Lombardia, la cui “cabina di regia” già si riunisce con cadenza mensile. Analoga scelta sta per essere intrapresa dalla Regione Veneto, dove un primo confronto fra Istituzioni, Consorzi di bonifica ed Organizzazioni Professionali Agricole è in calendario giovedì prossimo nell’ambito di FierAgricola a Verona. Altrettanta grande preoccupazione viene espressa in tutta la Sardegna ed in particolare nella Nurra dove la mobilitazione del Consorzio di bonifica e delle Organizzazioni Professionali Agricole, ha già fatto sentire con forza la sua voce in un conflitto tra utenze che è già in atto.
Intanto i grandi laghi settentrionali rimangono abbondantemente sotto i livelli idrici medi stagionali con livelli di riempimento, che vanno dall’11,8% del lago di Como al 32,8% del lago di Garda; situazione fortemente deficitaria anche per la portata del fiume Po, la cui Autorità di Bacino ha già convocato una riunione, il 10 Febbraio, fra tutti i soggetti interessati. Premessa alla ricerca delle compatibilità fra i diversi interessi gravanti sull’acqua – precisa l’ANBI – deve essere il riconoscimento della funzione anche ambientale dell’irrigazione, condizione prima per poter affrontare, in un quadro di equilibrio ecologico, la rideterminazione dei criteri del Minimo Deflusso Vitale nei corsi d’acqua.