La filiera italiana del pomodoro da industria – nonostante la forte competizione internazionale e le tensioni sul fronte interno – si conferma componente molto importante del made in Italy. A dimostrarlo è un’analisi del commercio estero italiano dei derivati del pomodoro a cura dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia, l’organizzazione interprofessionale che raggruppa i soggetti economici della filiera del pomodoro prodotto e trasformato nel Nord Italia.
“Il nostro studio elaborato su dati Istat relativi al 2015 – dichiara l’OI, al termine dell’ultimo comitato di coordinamento – dimostra non solo che l’Italia riesce a soddisfare largamente e da tempo la domanda nazionale di derivati del pomodoro, ma registra anche una crescita costante, evidente dal 2011 ad oggi, dei valori dell’export e del saldo commerciale. Non a caso proprio con le conserve di pomodoro e i pelati del 2015 le vendite sui mercati esteri hanno raggiunto il livello record di 1 miliardo e 536 milioni di euro, a fronte di importazioni che equivalgono a circa un decimo, ossia solo 157 milioni di euro. Il dato trova conferma, ovviamente, nell’analisi delle quantità visto che le esportazioni di conserve di pomodoro e pelati nel 2015 sono state pari a 1.883 migliaia di tonnellate a fronte di importazioni per 180mila tonnellate, anche in questo caso meno di un decimo delle esportazioni. Delle importazioni – aggiunge l’OI – la Cina ha rappresentato meno del 40%, ossia solo 67mila tonnellate, una quota davvero ridotta. L’OI, peraltro, ha sempre sostenuto la necessità di comunicare con chiarezza ai consumatori l’origine della materia prima. Questi dati sono la dimostrazione di un settore del pomodoro da industria italiano che, nonostante la forte e crescente competizione che si registra sui mercati internazionali, soprattutto da parte della Spagna, dimostra di essere ancora protagonista sui mercati mondiali. Il nostro Paese resta pur sempre il terzo produttore mondiale di pomodoro da industria”.