Si è svolta questa mattina in Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento, la cerimonia per l’inaugurazione del 263° anno accademico dei Georgofili. Il Presidente Giampiero Maracchi ha svolto una relazione dal titolo “Scenari del futuro”. La prolusione è stata affidata a Luca Lazzaroli, direttore generale della Banca Europea per gli Investimenti, sull’argomento: “Rilanciare la crescita e la competitività in Europa. L’azione della Banca Europea per gli Investimenti “.
EVENTO – Dopo la consegna del Premio "Antico Fattore" edizione 2016 e del Premio "Prosperitati Publicae Augendae", la Sezione Internazionale dell’Accademia dei Georgofili ha conferito un riconoscimento speciale al “Manifesto dei Giovani”, promosso dalla Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition, che contiene proposte concrete per risolvere i paradossi del sistema alimentare.
Il presidente Maracchi – Di seguito, alcuni dei passaggi del discorso del Presidente dell’ Accademia dei Georgofili, Giampiero Maracchi e, in allegato, un abstract della prolusione di Luca Lazzaroli e il comunicato stampa della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition.
1. Il Mondo è in crisi – Il punto di partenza è la constatazione del fatto che il Mondo è in crisi: una crisi strutturale, che riguarda il clima e tutto l’ambiente, perché ormai da 20 anni usiamo più risorse di quelle disponibili; abbiamo grossi problemi a smaltire rifiuti e il suolo ha perso fertilità. La crisi è determinata anche dal rapporto squilibrato tra centri urbani e centri rurali: basta pensare a Shangai, con 25 milioni di persone. Oltre alla crisi ambientale, esiste una grave crisi della politica per cui lo schema classico della politica che controlla l‘economia si è invertito e ora comandano le multinazionali. A ciò si aggiunge la crisi dei valori: il mercato lasciato completamente libero infatti non funziona. C’è troppa dipendenza dal petrolio e le guerre per il petrolio portano disastrose conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
2. Agricoltura come soluzione – A questo stato di crisi generale, secondo il Prof. Maracchi, l’agricoltura può offrire soluzioni: innanzi tutto perché il cambiamento climatico può essere attenuato da coltivazioni meno chimiche e meno meccaniche. Inoltre le piante non incidono sull’aumento delle emissioni nocive nell’atmosfera, mentre per quanto riguarda i rifiuti organici l’agricoltura può essere utilizzata come importante sistema di smaltimento che aiuta la fertilità dei suoli. Inoltre, se più gente vivesse nelle aree rurali, minore sarebbe il carico sulle città, considerando che oggi è più facile vivere in campagna, anche grazie a internet. E poi, in termini di valori, il mondo rurale è più integro perche è legato a sistemi più tradizionali e stabili. Quindi, una miglior ripartizione della popolazione avrebbe effetti positivi.
3. Diseguaglianze sociali – Giampiero Maracchi ha evidenziato come ormai l’economia si sia trasformata in finanza, che è improduttiva per definizione. La produzione industriale e agricola sta diminuendo nei Paesi sviluppati mentre aumenta la “finanziarizzazione”, con una moltiplicazione della ricchezza di pochi: nel 1980 il rapporto tra il salario di un impiegato medio e il suo capo era di 46 a 1, ora è di 350 a 1. I dati del Dipartimento di Stato americano dicono che il Sud degli Stati Uniti ha il 20 per cento delle famiglie sotto il livello di povertà mentre la media europea è intorno al 15 per cento, peggiorata dal fatto che l’immigrazione non è gestita in alcun modo. Per questa ragione la povertà è destinata ad aumentare .
4. Il giusto reddito per gli agricoltori – A sostegno dell’agricoltura, secondo il Prof. Maracchi, si fa di più negli Stati Uniti che in Europa: ad esempio, il piano di Obama sostiene fortemente il rilancio e si focalizza molto sull’agricoltore. Le parole d’ordine sono chiare, d’altra parte: every family a farmer, Usa needs farmer. Una interessante misura statunitense è l’accesso al sostegno al reddito in funzione della variabilità dei prezzi, cioè viene calcolata una base al di sotto della quale il reddito agricolo non deve scendere.
5. Agricoltura in Italia – La debolezza dell’agricoltura italiana dipende dal fatto che è deficitaria per moltissimi prodotti, con picchi che arrivano al 50 per cento. Questo significa che se chiudessero le frontiere non ci sarebbe da mangiare! Al contrario nostro, l’Inghilterra si è posta il problema della food security domestica. Oltre a questo c’è la diminuzione delle superfici coltivabili. Altri elementi di debolezza sono le basse percentuali d’esportazione nonostante l’alto numero di DOP e IGP. Poi c’e’ il costo dei trasporti e dell’energia elettrica. In Italia, tutti gli elementi di debolezza si combinano con la frammentazione delle aziende. Su 100 euro che il consumatore paga, all’agricoltore – che è il soggetto che corre i rischi maggiori – vanno soltanto 3 euro. O si risolve questo problema del reddito, simile peraltro a quello che colpisce gli artigiani, o le aziende chiudono.
6. Attualità del ruolo dell’Accademia dei Georgofili – Il Prof. Maracchi ha concluso evidenziando che, in questo scenario negativo, l’Accademia dei Georgofili può avere un ruolo molto importante: innanzi tutto quello di ripristinare una corretta e condivisa informazione tecnica. Ponendosi come elemento catalizzatore fra mondo dell’università e le varie associazioni di categoria, i Georgofili possono raccogliere informazioni per fare il punto sullo stato della ricerca in corso, magari indirizzandola dove più occorre. C’è necessità, per esempio, di ricerche scientifiche sul reddito delle imprese agricole.