Sono queste le “prime cose da fare” secondo la Cia Toscana per sostenere la competitività dell’agricoltura e delle aree rurali toscane, secondo quanto è emerso dall’assemblea regionale che si è svolta oggi a Firenze, con la partecipazione della vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni e dell’assessore all’agricoltura Marco Remaschi, del presidente nazionale Cia Dino Scanavino e del presidente Cia Toscana Luca Brunelli. L’assemblea ha visto una ampia partecipazione di associati e dirigenti Cia provenienti da ogni provincia della Toscana.
In Toscana sono attive 48 mila aziende agricole (per 700 mila ettari) che hanno il fascicolo ad Artea, di cui 38 mila (per 570 mila ettari) richiedono gli aiuti comunitari del primo pilastro (premio Pac) per un ammontare di circa 160 milioni di euro annui.
RICHIESTE – «Fra le richieste che abbiamo fatto alla Regione con il documento presentato quest’oggi – ha sottolineato il presidente Cia Toscana Luca Brunelli – l’attivazione tempestiva degli strumenti finanziari “innovativi” a supporto degli investimenti delle imprese; ma anche la piena attuazione della Legge obiettivo sugli ungulati e la completa attuazione del protocollo di intesa sulla prevenzione – riduzione della predazione: contenimento dei predatori e “prelievo” degli ibridi, prevenzione e pieno risarcimento dei danni, altre misure del PRAF in campo zootecnico».
Fra i punti dibattuti e le cose da fare – secondo la Cia Toscana – all’interno del documento regionale, la rapida conclusione dell’iter delle modifiche alla Legge urbanistica e di approvazione del regolamento, adeguamento degli strumenti comunali e sovracomunali di governo del territorio. Molto importanti anche il riordino del sistema della formazione professionale, coinvolgendo tutte le parti sociali, premiando la qualità ed il rapporto col mondo produttivo, costruendo percorsi integrati di innovazione. «Senza dimenticare – ha concluso Brunelli – che nel profondo riassetto delle istituzioni e delle funzioni pubbliche, è necessario puntare sulla partecipazione, sulle reti e la sussidiarietà, nell’azione di manutenzione del territorio, in campo sociale e sanitario». Dall’assemblea è stato richiesto un maggiore impegno alla Regione e presentato un Decalogo (in allegato) per avere una Toscana più competitiva ed efficace a livello nazionale ed europeo.
Conclusioni affidate al presidente nazionale Cia Scanavino: «L’agricoltura – ha detto – deve essere meglio valorizzata; mettere in campo un grande progetto dell’agroalimentare italiano; dai piccoli mercati alla vendita diretta tutto quanto è importante, ma se non arriviamo ad un grande progetto dell’agroalimentare non saremo riconoscibili». E sull’emergenza ungulati ha detto: «Un problema che provoca morti non può essere risolto soltanto da una categoria sportiva (cacciatori): legge 157 da modificare, si deve parlare di “gestione della selvaggina” e non di “tutela”. Intanto per il 5 maggio è prevista una giornata di mobilitazione nazionale della Cia in tutta Italia.