Un pregiato pezzo di carne che racchiude in sé profumi, sapori e antiche tradizioni. La Chianina, per dirla con le parole di Torello Latini, storico ristoratore fiorentino “è arte e cultura”. Alla pietanza regina della tavola toscana Sandro Pintus, giornalista fiorentino ha dedicato il libro “Elogio della bistecca – La fiorentina dalla Chianina alla tavola”. Un viaggio quasi surreale che ripercorre origini lontane di questo rinomato pezzo di carne (il suo antenato potrebbe essere il Bos taurus primigenius vissuto 2500 anni fa), mescolandosi a bizzarre curiosità (la fiorentina più costosa del mondo fu battuta all’asta per 10 milioni di lire e acquistata da un orafo locale, mentre Giacomo I, re d’Inghilterra, stupito dalla bontà di un pezzo di lombo, lo nominò Sir) e a interrogativi insoluti sull’origine reale del nome “bistecca” (nacque nel 1565 durante una festa in Piazza San Lorenzo durante la quale veniva arrostito un bue, oppure nel 1800 quando i turisti inglesi che affollavano la Toscana esportarono il loro “beefsteak”, la bistecca, appunto?). Elementi che fanno da cornice al punto forte del libro di Pintus: le interviste impossibili. Domande curiose sulla Chianina, i modi di cottura e gli accostamenti culinari rivolte a Gabriele D’Annunzio (che, rivela, amava condividere la fiorentina con l’amata Eleonora Duse), a Tex Willer (che la gusta accostandola a patatine fritte e Coca Cola, abbinamento che fa rabbrividire i puristi della fiorentina) a Pellegrino Artusi, il celebre gastronomo autore del libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” che la preparava “rivoltandola più volte, condita con sale, pepe e un po’ di burro”. Foto della sagra della bistecca di Cortona, la Chianina nel mondo, qualche ricetta e una riflessione sul periodo buio della fiorentina provocato dai divieti imposti dall’Unione Europea a causa del morbo della mucca pazza concludono un libro dedicato a “vacche, vitelli, manzi e tori che tutto danno e nulla chiedono”.
“Elogio della bistecca”, Ibiskos Editrice Risolo, pp 80, 9,00 euro