“…A me viene in mente che il mondo così come lo abbiamo immaginato per centinaia di anni sia come un bicchiere lasciato sul bordo di un tavolo, ma già sul punto di cadere, in un ralenti drammatico, ineluttabilmente destinato all’abisso. Sembra prossima la folle caduta, l’impatto, l’impazzire delle schegge deflagrate nel caos. Però il bicchiere, per ora, è soltanto inclinato. La moviola può attendere per ora…”. Questo un estratto del libro di Luca Zaia “Adottare la terra. Per non morire di fame” (Mondadori), in vendita in questi giorni in tutte le librerie d’Italia.
La pubblicazione – Il ministro Zaia, ora impegnato bella campagna elettorale per diventare governatore del Veneto, racconta nel libro l’agricoltura ai tempi della globalizzazione e dei centri commerciali, svolgendo la sua riflessione a partire dall’esperienza maturata alla guida del Ministero dell’Agricoltura. Ad emergere il profondo legame con la terra e l’idea di adottarla attraverso iniziative pratiche come la coltivazione degli orti in aree urbane: “La scommessa è duplice – scrive- , offrire una chance reale a chi, oggi, non ha i mezzi per campare, ed evitare che il disastro si allarghi”.
La prefazione è affidata a padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del sacro convento di Assisi.
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