Lunghi come spaghetti e particolari perché racchiudono l’odore e il sapore delle campagne senesi. Sono i pici, gli antenati degli spaghetti, si fanno a mano e si tirano finché non sono lunghi anche tre metri. Specialità delle campagne senesi. Possono essere fatti a mano, e risultano molto grossolani ed irregolari, o a macchina, in tal caso il diametro non è mai inferiore ai 3 mm. I pici una volta erano fatti senza uova, solo con farina ed acqua: erano il tipico piatto povero dei contadini. Oggi sono state aggiunte le uova nell’impasto. Questa tipica pasta senese si avvia alla conquista del marchio Igp, grazie anche alla costituzione del Comitato per il riconoscimento del marchio, promosso dalla Fondazione Qualivita in collaborazione con la Camera di Commercio di Siena. Un’iniziativa di grande importanza, che vuole tutelare uno dei portabandiera della tipicità senese a tavola, i pici, un prodotto che ha radici profonde nella storia e che rappresentava un alimento di grande interesse fin dai tempi degli Etruschi. Fin da quell’epoca, infatti, la mano dell’uomo ha saputo integrare due prodotti fondamentali del nostro territorio: il grano e l’olio extravergine di oliva, amalgamando in giuste proporzioni farina, acqua e, appunto, l’olio. Un legame, quindi, inscindibile quello tra i prodotti di base ed i pici, un legame che permette al consumatore di capire perché questo prodotto è unico e merita di essere distinto rispetto alle altre paste in commercio. Si possono mangiare al sugo di carne, oppure con salsa di pomodoro e all’aglione. I pici sono tipici della Val d’Orcia.
Prodotto realizzato all’interno del Progetto di Valorizzazione dell’agroalimenatare senese promosso dalla CIA di Siena e cofinanziato dalla CCIAA di Siena.
nella foto Cesara Buonamici