I primi furono i Galli ad essere attratti dalla Toscana per la presenza di un famoso vino: quello che poi sarebbe diventato il Nobile di Montepulciano. Nei secoli sono diventati numerosi gli amanti di questo vino pregiato che oggi occupa un ruolo di primo piano nel panorama internazionale dei vini. Un prodotto che nel suo gusto, nei suoi aromi, nei suoi colori riesce a sintetizzare la storia, la cultura, l’intelligenza di una comunità che vi si dedica con passione ed impegno. Il Vino Nobile di Montepulciano è stato tra i primi (nel 1980) in Italia a potersi fregiare della Denominazione di Origine Controllate e Garantita (D. O. C. G) e la sua produzione è regolata da un rigido disciplinare che ne fissa le caratteristiche fondamentali: la resa massima per ettaro di vigneto è di 80 quintali con una resa in vino effettiva del 70%. Il vino può essere immesso in commercio soltanto dopo due anni di maturazione (tre per la Riserva) e comunque dopo aver superato rigidi controlli consistenti in esami chimici ed organolettici compiuti da una commissione ministeriale. Anche la vinificazione la maturazione devono avvenire obbligatoriamente nel comune di Montepulciano. A riunire i produttori è il Consorzio istituito nel 1965, che ad oggi conta 70 aziende iscritte che rappresentano la quasi totalità della produzione; sono presenti marchi di antichissima tradizione locale ed altri di nascita recente; sono inoltre rappresentate alcune tra le più grandi case vinicole nazionali che hanno ritenuto opportuno essere presenti a Montepulciano ed hanno dedicato investimenti e risorse a questo territorio. Il territorio di produzione è quello del comune di Montepulciano tranne la parte bassa della Val di Chiana. I terreni sono di origine pliocenica ad un’ altitudine compresa fra i 250 e i 600 metri s.l.m. Il territorio con specifica vocazione viticola si riduce così ad una piccola zona alle cui caratteristiche climatiche e geologiche si deve la qualità del vino che si produce.. I terreni migliori sono quelli, ben esposti, nelle zone di Caggiole, Sanguineto, Gracciano e Cervognano dove l’ argilla è frammista a sabbia. I vini prodotti sono quasi tutti adatti al lungo invecchiamento. La superficie vitata è di 670 ettari con una produzione di 27.000 ettolitri di vino adatto a diventare Nobile.
Un po’ di storia – La storia di Montepulciano e quella del suo vino sono strettamente collegate come testimonia una kylix (tazza da vino) a figure rosse di produzione chiusina rinvenuta nel 1868, insieme a numerosi oggetti in bronzo in una tomba etrusca nei pressi del paese toscano. La tazza, infatti, recava la rappresentazione di Flufluns, il Bacco etrusco dio del vino, che gioca insieme ad una menade al cottabo, un gioco in cui il vino era protagonista. Il documento più antico riferibile al vino di Montepulciano è del 789: il chierico Arnipert offre alla chiesa di San Silvestro o di San Salvatore a Lanciniano sull’Amiata, un pezzo di terra coltivata a vigna posta nel castello di Policiano. In seguito il Ripetti nel suo "Dizionario storico e geografico della Toscana" cita un documento che risale al 1350 nel quale si stabiliscono le clausole per il commercio e l’esportazione del vino di Montepulciano. Secoli di prestigio a cui si affianca un periodo buio: all’inizio del 1900 il Vino Nobile di Montepulciano sembra qualcosa appartenente al passato, finchè alla prima mostra mercato dei vini tipici svoltasi a Siena nel 1933, organizzata dall’Ente Mostra-Mercato Nazionale dei vini tipici e pregiati, la Cantina Fanetti, una delle aziende ancora attive a Montepulciano, presenta un vino rosso pregiato che ottiene larghi consensi. L’esempio fu seguito da altre aziende e nel 1937 viene fondata una cantina sociale con l’intento di creare una struttura per la commercializzazione del vino prodotto anche dai piccoli coltivatori. Negli anni sessanta si assiste al risveglio della vitivinicultura indirizzata soprattutto verso la produzione di Vino Nobile piuttosto che del Chianti. I contributi dello Stato e della CEE, con i quali le aziende poterono riconvertire gli impianti vitati secondo le esigenze dettate dalla DOC (1966), hanno permesso a nuove aziende di entrare sul mercato. Il riconoscimento come DOCG arriva nel 1980 e il Vino Nobile comincia una nuova vita.
Prodotto realizzato all’interno del Progetto di Valorizzazione dell’agroalimenatare senese promosso dalla CIA di Siena e cofinanziato dalla CCIAA di Siena.
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