«Trovo inaccettabile che il vino francese, un ottimo vino quasi all’altezza di quello italiano, per effetto di una strategia di comunicazione faccia 11 miliardi di euro di export e noi circa 5. Dobbiamo fare una scommessa sull’agricoltura, perché un pezzo di economia può tornare a respirare». Così ieri il premier Matteo Renzi incontrando ad Asti alcuni sindaci. Ma Confagricoltura non ci sta e oggi puntualizza le cifre. «L’Italia nel 2015 è stato il primo produttore mondiale di vino in assoluto ed è tra i top exporter del vino mondiale», si legge in una nota.
«Sempre nel 2015 – chiarisce Confagricoltura – l’Italia è risultata seconda nella classifica dei Paesi che esportano vino sia in quantità (dove è superata solo dalla Spagna), sia in valore (dove è superata dalla Francia, che a dire il vero esporta “solo” 8,2 miliardi di euro e non 11)».
La Francia, inoltre, esporta molto meno vino di noi, 14 milioni di ettolitri contro 20. La nota dolente casomai è che il valore unitario del vino italiano esportato è di gran lunga inferiore a quello francese: 2,7 eur/lt contro 5,9 eur/lt. In pratica ogni litro di vino francese che varca la frontiera “vale” in media 2,2 volte quello italiano.
«La parola d’ordine è quindi “valorizzare” – dice Confagricoltura – fare sempre più, visto che questo processo è in realtà già stato avviato da anni e sostenere i nostri vini tramite una adeguata azione di marketing e promozione. Magari con misure ed incentivi pubblici utilizzati meglio visto che recentemente purtroppo hanno mostrato qualche limite nella gestione».
«Ci vuole qualche fiction in più sull’agricoltura», ha concluso ieri il suo intervento Renzi. Chissà se i viticoltori sono d’accordo.