Testo unico del vino. Il Senato approva in tempi record. Soddisfatta la filiera «ma entro un mese diventi legge»

Con 178 voti (all’unanimità) il Senato ha dato il via libera al Disegno di legge sulla disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino. Sono tre gli emendamenti approvati: il richiamo a regolamenti della Commissione europea; una correzione formale che riguarda la salvaguardia dei vigneti eroici o storici; una sanzione da 30 mila a 100 mila euro per le contraffazioni o alterazioni dei contrassegni. A questo punto il provvedimento torna alla Camera per l’approvazione definitiva.

bottiglieOrganizzazioni soddisfatte Le organizzazioni della filiera vitivinicola esprimono la loro piena soddisfazione per l’approvazione da parte del Senato del Testo unico della Vite e del Vino. «Ringraziamo la Commissione Agricoltura del Senato, che ha saputo mantenere l’impegno di valutare rapidamente il testo approvato a settembre all’unanimità dalla Camera – commentano Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi – e che  ci auguriamo consentirà l’adozione di un Testo che ha visto impegnati tutti i gruppi parlamentari e le organizzazioni del settore vitivinicolo, uniti dal comune intento di semplificare, innovare e valorizzare un comparto strategico per il made in Italy». Attraverso un confronto costante ed approfondito sul complesso quadro normativo di riferimento, si è giunti, infatti,  alla stesura di un unico testo di legge che contiene tutta la normativa che disciplina la materia vitivinicola, dal campo fino al consumatore, con disposizioni che vanno dai controlli alla tutela delle produzioni di qualità e alla riduzione dei costi a carico degli operatori. «Ora – concludono le organizzazioni della filiera – l’auspicio è che il provvedimento venga valutato dalla Commissione Agricoltura della Camera in tempi più rapidi possibili e che possa diventare Legge entro la fine dell’anno». Secondo Coldiretti «Occorre una veloce approvazione del Testo Unico sul vino, che va a tagliare del 50% il tempo dedicato alla burocrazia, con 100 giornate di lavoro che oggi ogni impresa vitivinicola è costretta ad effettuare per soddisfare le 4 mila pagine di normativa che regolamentano il settore. Dal vigneto alla bottiglia – ricorda l’organizzazione di Moncalvo -, l’attuale normativa rende necessario adempiere a più di 70 pratiche, che coinvolgono 20 diversi soggetti. Non è un caso che la burocrazia – conclude la Coldiretti , è considerata dai vitivinicoltori il principale ostacolo al loro lavoro, che ha consentito di realizzare un fatturato record di quasi 10 miliardi nel 2015, soprattutto grazie all’export, che è stato di 5,4 miliardi e risulta in ulteriore aumento del 3% nei primi otto mesi del 2016».

Il dibattito «La corsa per approvare il testo unico sul vino anche al Senato è riuscita – ha commentato la senatrice Maria Teresa Bertuzzi, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura a Palazzo Madama -. Nonostante la necessità di far ritornare il provvedimento alla Camera per convalidare una modifica di contenuto tecnico, l’obiettivo di completare l’iter parlamentare entro fine anno è ancora possibile. Il testo – aggiunge – è frutto di un lungo lavoro fatto con il mondo della produzione e le commissioni parlamentari. È innovativo e pone le nostre imprese nelle migliori condizioni per operare. Regole certe, chiare, condivise. “Meno tempo con le carte e più tempo da dedicare all’azienda” è la principale richiesta del mondo produttivo alla politica e questo tutto è una buona risposta. Da 4.000 pagine a 91 articoli! L’Italia sarà il primo paese al mondo – spiega – non solo per produzione, ma anche a disporre di una disciplina unica e organica per la coltivazione della vite e la produzione e commercializzazione del vino. Al processo di semplificazione burocratica si affianca un dato culturale importante: il riconoscimento del vino come patrimonio ambientale, culturale e paesaggistico del Paese, in cui si riconosce nel progresso fatto dalla filiera vitivinicola il tratto identitario delle produzioni italiane, che si traduce in valore riconosciuto anche dal mercato. Il vino – conclude Bertuzzi – rappresenta un simbolo di qualità ed eccellenza del nostro paese e questo Testo Unico segna un passaggio storico per tutto il settore, consentendo al comparto di conservare il primato che detiene nella nostra economia».

senato_agriculturaPer il senatore Lucio Tarquinio (Cor) si tratta di un «un provvedimento così importate per il significato e il peso della produzione di vino sull’economia italiana avrebbe meritato ben altra attenzione da parte di quest’Aula». Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura a Palazzo Madama e relatrice del provvedimento ha commentato «Importante che il Senato abbia approvato in tempi rapidi il testo unico sul vino, un provvedimento molto atteso dal mondo delle imprese e dal settore vitivinicolo. Un testo corposo, un riordino che ha armonizzato, aggiornato, semplificato e introdotto sistemi innovativi indispensabili per il settore. La grande sfida del settore vitivinicolo e dell’agroalimentare è quella di essere capaci di semplificare le modalità e le procedure tenendo alto il rigore dei controlli. Il secondo grande principio che caratterizza tutto il provvedimento – ha aggiunto Pignedoli – è la distintività come fattore competitivo». Per Bartolomeo Amidei, capogruppo di Forza Italia in Commissione Agricoltura del Senato «Il prodotto italiano più venduto nel mondo va tutelato, garantito nella sua specificità e valorizzato attraverso una normativa che incrementi il valore aggiunto sul mercato mondiale. Anche supportando le aziende – mettendole nelle condizioni di poter produrre a costi inferiori e dunque essere più competitive. Nuove e più efficaci regole, che ci consentano di combattere ad armi pari la sfida del mercato globale, hanno un senso e possono dare risultati a patto che tutti gli operatori internazionali rispettino disciplinari di produzione compatibili con i nostri e si impegnino ad applicarli». Per il senatore Pd Roberto Ruta «Il provvedimento approvato è uno strumento importante per rendere più competitivo il comparto vitivinicolo italiano. Più semplificazione, distintività dei prodotti e tracciabilità».  Nicoletta Favero (Pd), eletta in Piemonte ha aggiunto «Ora dovrà tornare alla Camera, ma per un passaggio veloce che convalidi l’ultima modifica necessaria. L’Italia avrà presto una legge all’avanguardia e attesa dalle imprese perché taglia del 50% i tanti adempimenti burocratici, puntando sulla qualità e sulla distintività per un settore che nel 2015 ha fatturato 10 miliardi. Una legge che in molte regioni, tra cui il Piemonte, è considerata una priorità dagli imprenditori».

 

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