Via libera all’unanimità dal Senato al ddl cosiddetto “taglia burocrazia” sul Testo Unico del vino, emendato dopo che la Commissione Giustizia di Palazzo Madama che, poco prima dell’approvazione, aveva chiesto la riformulazione della normativa sulle sanzioni prevista nell’articolo 74. In sintesti, oltre all’inserimento di una sanzione da 30mila a 100mila euro per le contraffazioni o alterazioni dei contrassegni, nel testo approvato dal Senato sono stati inseriti altri due emendamenti: il richiamo a regolamenti della Commissione europea e una correzione formale che riguarda la salvaguardia dei vigneti eroici o storici. «Siamo soddisfatti che il Senato abbia svolto l’iter in maniera rapida. L’approvazione all’unanimità sottolinea la grande attenzione che c’è per il settore vitivinicolo», ha commentato ad agricultura.it Luca Sani, presidente della Commissione agricoltura alla Camera.
Le prossime tappe Ora il ddl tornerà «il 28 novembre a Montecitorio», ha informato in un tweet il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina «per la tappa finale». Se tutto va bene l’ok definitivo arriverà quindi entro il 2016. «Il lavoro procede spedito – ha detto ancora Sani -. Se tutto fila liscio, entro poco tempo il decreto dovrebbe essere legge. Dobbiamo solo attendere che la presidente assegni il provvedimento alla commissione: il testo unico dovrebbe essere approvato dopo la legge di stabilità e potrebbe essere (con buone probabilità) l’ultimo atto del Governo prima del referendum», conclude Sani.
Il testo unico sul vino Con l’approvazione del Testo Unico, l’Italia sarà il primo paese al mondo non solo nella produzione di vino ma anche a disporre di una disciplina unica e organica per la coltivazione della vite, la produzione e commercializzazione del vino, l’indicazione delle denominazioni di origine, geografiche e le menzioni tradizionali, l’etichettatura, la gestione, i controlli e il sistema sanzionatorio dei prodotti vitivinicoli, anche aromatizzati e degli aceti. Il tutto con un notevole contributo al processo di semplificazione burocratica che rafforzerà un settore che costituisce la maggiore voce dell’export agroalimentare italiano.