Agire per tutelare la biodiversità, la ricchezza naturale del globo, e integrare misure ad hoc nelle politiche ambientali che riguardano quattro settori: foreste, pesca, turismo e agricoltura. L’impegno comune rilanciato da oltre 190 Paesi del mondo, Italia compresa, con la Dichiarazione di Cancun, documento che ha aperto i lavori della 13esima Conferenza Onu sulla biodiversità in corso in Messico fino al 17 dicembre.
Sos biodiversità La vita sul pianeta Terra e il nostro futuro comune sono ingioco”, si legge nel testo pubblicato online. Il principale messaggio e’ che occorre cambiare i comportamenti delle società per garantire che l’uso delle risorse biologiche avvenga entro i limiti globali di sostenibilità. Il documento dà indicazioni politiche alle delegazioni dei Paesi partecipanti per far si’ che il suo messaggio si trasformi in decisioni concrete e operative.
Impegno internazionale In apertura del summit diversi Paesi hanno già annunciatoimpegni specifici. La Francia, ad esempio, si e’ impegnata a ridurre l’inquinamento degli oceani dovuto a microplastiche e creme solari. L’Olanda e altri 11 Paesi Ue hanno annunciato la creazione di “una coalizione di volenterosi” per la difesa degli insetti impollinatori. La Germania contribuira’ a progetti per la mitigazione dei cambiamenti climatici con mezzo miliardo di euro all’anno. Il Brasile ha annunciato la volonta’ di ripristinare 12 milioni di ettari di foresta disboscata entro il 2030.
Gli impegni italiani Dichiarazione e impegni, fa sapere in una nota all’Ansa ladirezione per la Protezione della natura e del mare del Ministero dell’Ambiente, «sono coerenti con l’indirizzo strategico sulla tutela della biodiversita’ e lo sviluppo sostenibile indicati dal ministro dell’Ambiente e saranno il punto di riferimento sia per la delegazione italiana nelle discussioni delle due prossime settimane, sia per la successiva attuazione, in particolare attraverso l’Agenda 2030». Tra i vari punti la Dichiarazione pone l’accento sulla produzione agricola sostenibile. Una spinta in questo senso può aiutare a salvare specie a rischio e a contenere la riduzione di habitat. Uno studio dell’Istituto internazionale per lo sviluppo sostenibile, pubblicato oggi in occasione del vertice, sottolinea che qualche passo in avanti e’ stato fatto: dal 2008al 2014 la produzione agricola adeguata a standard di sostenibilita’ e’ cresciuta del 35% annuo. Tuttavia questa produzione interessa ancora una piccola porzione dei terreni coltivati nel mondo.