La Regione Toscana sostiene gli allevatori alle prese con i sempre più frequenti attacchi dei lupi. E’ stato approvato il decreto con cui sono stati messi a disposizione 700mila euro che, sommati a un precedente stanziamento di 400mila euro consentiranno di risarcire tutte le domande presentate nel 2015 e una prima parte di quelle presentate nel 2016. «Vogliamo essere a fianco degli imprenditori che vedono vanificato il loro duro lavoro dagli attacchi dei predatori», ha spiegato l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi.
Risarcimento per gli allevatori toscani «Il risarcimento economico – ha aggiunto l’assessore – vuol essere anche una azione di difesa complessiva di un comparto, quello dell’allevamento e dei settori connessi, che è fondamentale per la Toscana, e non solo per il settore agricolo». Sono 616 gli allevatori che hanno presentato domanda di risarcimento. Oltre il 60 per cento proviene dalla provincia di Grosseto, il restante 40 per cento da tutta l’area appenninica. Oltre a denunciare una ingente perdita di capi, gli allevatori hanno chiesto l’intervento finanziario della Regione anche per danni indotti, come la diminuzione di latte prodotto dal bestiame impaurito in seguito agli attacchi.
Attacchi di lupi negli allevamenti toscani Negli ultimi tre anni, mentre è stabile il numero degli allevamenti colpiti, è cresciuto invece di almeno il 30 per cento il quantitativo di capi persi: segno che gli attacchi sono sempre più intensi. Cambia anche la tipologia delle vittime: prevalentemente pecore ma anche animali più grossi come esemplari bovini allevati all’aperto, soprattutto giovani vitelli. Secondo i più recenti studi condotti dall’università di Firenze, nei nostri boschi vive una popolazione di lupi formata da circa 108 gruppi riproduttivi (erano 72-73 nel 2013): complessivamente si stima che la popolazione di lupi ammonti a circa 600 animali. I gruppi si stanno rafforzando anche a causa di incroci con cani randagi. Per gli ibridi già dal 2014 sono state avviate le catture, che sono state effettuate in via sperimentale nelle aree di Arezzo e Grosseto. Gli ibridi catturati sono stati immediatamente sterilizzati e indirizzati ad appositi centri specializzati per la detenzione di animali pericolosi.
L’impegno deve aumentare «Certamente – conclude Remaschi – le azioni sin qui intraprese non sono ancora sufficienti e molto lavoro ancora è da fare per garantire, ad un settore delicato ed importante come la zootecnia toscana, di poter avere un futuro non solo di sussistenza, ma anche con prospettive concrete di sviluppo. Sarà necessario verificare, tutti insieme, ulteriori azioni da intraprendere e risorse da impiegare per affrontare un problema che è tutt’altro che di facile risoluzione, ma che comunque deve vederci in prima linea a fianco degli allevatori».