«Non serve demonizzare i voucher per promuovere l’occupazione, soprattutto dei giovani, ma occorre agire con buonsenso. Sono uno strumento nato per inquadrare i rapporti occasionali di lavoro, mettendoli in chiaro, e far emergere il lavoro nero. Il problema è quello di disciplinare gli abusi e ciò dipende principalmente dal quadro normativo che si costruisce per il suo utilizzo. Attenzione però a non creare mostri normativi». Così Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, a proposito delle polemiche sull’abuso dei buoni lavoro.
Oltre 1 milione di occupati «L’occupazione dipendente del settore agricolo – osserva il presidente di Confagricoltura – costituisce una quota rilevante nel mercato del lavoro e il trend è in crescita. Gli occupati sono più di un milione, oltre metà ha meno di 45 anni e viene impiegato per più di 100 giornate l’anno. Nonostante ciò l’agricoltura impiega meno del 2% dei voucher che, esclusivamente nel nostro settore, sono gravati da limitazioni che ne garantiscono l’uso corretto. Possono essere, infatti, utilizzati solo per pensionati, giovani studenti e in attività stagionali, come raccolte e vendemmia».
Manodopera difficile L’agricoltura, ricorda l’Organizzazione degli imprenditori agricoli, è un settore vitale e innovativo, che offre occupazione sempre più stabile. Confagricoltura si è sempre battuta contro il lavoro nero, come testimonia anche l’iniziativa di dotarsi di un codice etico di valori e responsabilità condivise. Una delle maggiori criticità, però, è rappresentata dalle difficoltà delle imprese agricole a trovare manodopera. «Occorre favorire il buon lavoro. Stiamo andando verso un’agricoltura più professionale, moderna e strutturata, in grado di assicurare occupazione più stabile e di qualità. Bisogna favorire e sostenere questo percorso – conclude il presidente di Confagricoltura – perché sono le imprese più strutturate quelle in grado di assicurare un’occupazione più stabile e sicura».