Razzie quotidiane, greggi dimezzate e danni alle stelle: lupi e canidi padroneggiano nelle campagne della Toscana. Coldiretti non ci sta e continua la sua mobilitazione. In tutta la regione si moltiplicano assemblee con allevatori e pastori esasperati per l’impossibilità di portare avanti un duro lavoro troppo spesso vanificato dalle incursioni notturne e diurne di lupi ed ibridi lupo/cane.
Gli attacchi dei lupi in Toscana Le aree più colpite la maremma ed il senese; solo in Maremma negli ultimi anni 300 pastori hanno alzato bandiera bianca ed hanno chiuso. Cambia anche la tipologia delle vittime: prevalentemente pecore ma anche animali più grossi come esemplari bovini allevati all’aperto, soprattutto giovani vitelli. Gli allevatori denunciano, oltre alla ingente perdita di capi, anche danni indotti, come la diminuzione di latte prodotto dal bestiame impaurito in seguito agli attacchi con la conseguente difficoltà a mantenere gli sbocchi commerciali e la presenza sul mercato.
Economia in ginocchio In sintesi dice Tulio Marcelli, Presidente di Coldiretti Toscana, «se le cose non cambiano, per i nostri allevatori viene meno il diritto di fare impresa». «Certamente – continua Marcelli – le azioni sin qui intraprese non sono ancora sufficienti e molto lavoro ancora è da fare per garantire, ad un settore delicato ed importante come la zootecnia toscana, di poter avere un futuro non solo fatto di risarcimenti, ma anche di azioni preventive concrete. La politica degli indennizzi costituisce solo un palliativo ed è quanto mai insufficiente e mai tempestiva. Come del resto possiamo dire che è rimasto inattuato nelle sue parti sostanziali l’accordo del luglio 2014 che prevedeva azioni di conservazione del “Canis lupis” con interventi di prevenzione e riduzione delle predazioni. In questo accordo ci avevamo creduto – sottolinea con amarezza Marcelli – ma allo stato delle cose ci troviamo costretti a ritirare la nostra firma per denunciarne con forza la mancata attuazione».