«Dopo accorpamenti, tagli e assurde chiusure il massimo Ente di ricerca in agricoltura, il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e per l’analisi economica agraria) è sull’orlo del baratro. Senza presidente, senza Consiglio di amministrazione, senza commissario, senza Comitato tecnico-scientifico, senza statuto, senza bilancio e con solo un direttore generale facente funzioni, peraltro incaricato ad interim, nessuno può firmare i nuovi progetti, né autorizzare nuove iniziative: non c’è nessuno che possa prorogare i precari in scadenza, nonostante i sindacati abbiano ottenuto nel decreto “milleproroghe” lo strumento per poterlo fare». Lo dichiara la segretaria generale della UIL RUA Sonia Ostrica dal presidio dei Lavoratori del Crea in svolgimento sotto il ministero dell’Agricoltura.
Crea al macero «E’ ormai evidente – aggiunge Ostrica – che il ministero delle Politiche agricole sta lentamente, ma inesorabilmente, mandando al macero una delle istituzioni di ricerca più antiche in agricoltura, in un periodo in cui la nostra agricoltura, sempre più in difficoltà per i cambiamenti climatici e per i fenomeni meteorologici estremi che stanno martoriando il Paese, avrebbe bisogno di poter contare su strutture di ricerca che funzionali, ben organizzate e finanziate – prosegue la sindacalista -; le responsabilità della crisi del Crea sono tutte politiche e non scientifiche: per questo chiediamo una immediata inversione di marcia con l’approvazione dello statuto, la nomina del presidente o di un commissario, le proroghe per i precari, investimenti per l’Ente con incremento dei finanziamenti ordinari per poter procedere, finalmente, alle assunzioni. Disinvestire nella ricerca in agricoltura sarebbe un vero e proprio suicidio tanto più in un’Europa che ha fatto dell’agricoltura una delle sue attività centrali».