L’area che corrisponde alla zona DOCG di produzione del Prosecco, il vino Made in Italy più esportato, ma anche il più’ imitato, è candidata nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco. Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha annunciato di aver firmato il dossier di candidatura del sito veneto “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, un nuovo tassello che andrebbe a rafforzare il primato mondiale già detenuto dall’Italia per siti dichiarati patrimonio dell’umanità con 51 riconoscimenti, incalzato dalla Cina, che ne conta 50, e dalla Spagna che arriva a 49. La scelta però dovrà passare dalla Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco che dovrà formalmente decidere se inviare a Parigi il dossier di candidatura per ottenere l’iscrizione del sito entro il 2018.
Prosecco e Unesco, la storia I lavori per la candidatura del Prosecco sono partiti nel 2009 sotto il coordinamento del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, allora guidato dall’attuale presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Nell’ottobre 2010 l’Unesco inserì il sito di Conegliano e Valdobbiadene nella lista propositiva nazionale. Dopo un lungo lavoro di analisi e ricerca, nel marzo 2015 il sito è stato iscritto nel Registro nazionale dei paesaggi rurali tradizionali, elemento necessario per la candidatura nella lista dell’Unesco.
La candidatura «Sosteniamo questa candidatura perchè esprime con forza la capacità del Prosecco di valorizzare un territorio agricolo e promuovere l’Italia nel mondo. Uno degli elementi di forza del dossier e’ dato proprio dalla positiva convivenza tra lavoro umano ed ecosistema», dichiara il Ministro Martina augurandosi che «la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco confermi la volontà’ politica di candidare questo pregevole sito»’. Plaudono all’iniziativa la Coldiretti ed il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. «Tutto – ricorda – partì nel 2009 su mia iniziativa e da allora di strada ne è stata fatta tanta. Ora confidiamo tutti nella sensibilità del Presidente della Commissione, Franco Bernabe’, e dei suoi componenti, che hanno sempre mostrato grande attenzione ad ogni forma di valorizzazione delle eccellenze del made in Italy».