«Negli ultimi venti anni i nostri soci hanno investito e rinnovato quasi il 50% del proprio parco vigneti con l’inserimento di nuovi cloni e nuovi sesti di impianto vocati a produzioni di qualità, arricchendo notevolmente il patrimonio viticolo provinciale, favorendone anche la meccanizzazione e l’innovazione». E’ quanto sottolinea Massimo Peruzzi, presidente della Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino aprendo i lavori dell’annuale assemblea.
Ricaduta sul territorio «La Cantina – prosegue – ha concesso ad oggi un contributo a fondo perduto di seimila euro per ogni ettaro di vigna rinnovato, cifra che sommata negli anni corrisponde ad oltre 1.500.000 euro, permettendo così di vedere soddisfacenti risultati da questo lungimirante investimento». Altro importante argomento affrontato dal presidente è stato la ricaduta che la Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino ha per tutto il territorio. «Una ricaduta non solo dal punto di vista economico con circa ottocento ettari di vigneti che producono adeguato reddito per il viticoltore, che di riflesso è sempre più invogliato a reinvestire nella propria azienda e nel territorio di sua pertinenza, ma anche sul fattore paesaggistico finalizzato alla salvaguardia e protezione dell’ambiente – ha concluso Peruzzi – ogni anno, inoltre, un milione e mezzo di bottiglie portano il nome e la produzione vitivinicola della Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino in giro per l’Italia e per il mondo, motivi questi di orgoglio e di professionalità da parte di tutti i nostri socie e del nostro staff». Dopo che Silvano Stopponi, consulente commercialista della cantina aretina, ha illustrato il bilancio e Cassiano Cassi del collegio sindacale ha letto la relazione redatta dall’organismo di controllo da lui presieduto è stato Gianni Iseppi, Direttore della Cantina dei Vini Tipici dell’Aretino a relazionare gli astanti sull’importante ruolo della cooperativa aretina.
Investimenti «La nostra struttura ha investito ed investe continuamente con ambiziosi programmi legati al territorio – ha sottolineato Iseppi – la conferma l’abbiamo dai risultati ottenuti che ben si evincono dagli investimenti previsti dal Piano Sviluppo Rurale 2000/2006 e dal Piano Sviluppo Rurale 2007/2013, classificate dalla Regione Toscana fra le migliori pratiche nella Provincia di Arezzo». «L’unica strada da percorrere è quindi quella di produrre eccellente qualità nelle uve e nei vini, perché il nostro territorio non può competere su una globalizzazione che porta a produrre grossi quantitativi commercializzati a prezzi avvilenti – ha concluso Iseppi – la mia speranza, con l’aiuto di tutti i soci e di tutti gli amministratori, è quella di vedere la nostra Cantina Cooperativa diventare ancor più protagonista ed assumere maggior importanza istituzionale in quanto struttura che incrementa notevolmente la crescita del comparto agricolo provinciale».