La mancanza di volontà di istaurare un dialogo costruttivo a tutela degli interessi degli agricoltori è un qualcosa di oggettivamente inaccettabile; ed è per questo che nel corso di un incontro ufficiale tenutosi oggi a Roma tra l’Ufficio di Coordinamento Confeuro e Confcoltivari (organizzazione aderente alla confederazione) è emersa l’esigenza di richiamare l’amministrazione calabrese ad una immediata inversione di rotta.
Agricoltura calpestata In questi anni il primario calabrese è stato costantemente ignorato e calpestato nella sua dignità, e lo stesso è avvenuto per i suoi tanti operatori che, nonostante delle condizioni economiche e di intasamento burocratico al limite della decenza, hanno continuato a svolgere diligentemente il proprio lavoro. Tutto questo però ha un limite, e quel limite è stato oggi superato. Va ricordato infatti che gli agricoltori della Calabria aspettano ancora oggi l’indennità compensativa del 2015 e del 2016 per le zone montagnose e svantaggiate, e lo stesso avviene per la misura sul biologico contenuta nel Psr. Le tante promesse dei mesi passati fatti dall’amministrazione calabrese non hanno determinato nessun atto concreto. E in più Arcea (l’ente di erogazione dei contributi agricoli) continua a rifiutare qualsiasi tipo di dialogo. La battaglia che come stiamo conducendo come Confeuro e come Confcoltivatori non si arrresterà qui e andrà avanti fino a che non vedremo rispettati i diritti degli operatori del comparto agroalimentare.