Gli addetti del settore ortofrutticolo italiano cercano nuovi mercati e lanciano a Berlino l’idea di una cabina di regia per l’export. Non basta aver resistito a terremoti e gelate e «aver registrato nell’export un fatturato che nel 2016 dovrebbe aggirarsi attorno ai 5 miliardi di euro», con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Gli operatori, giunti nella capitale tedesca per la Fruit Logistica, una delle fiere più importanti, vanno alla ricerca di nuovi spazi e vogliono consolidarsi nei mercati tradizionali, a cominciare da quello tedesco che, ha spiegato il presidente dell’associazione dei produttori Fruit Imprese, Marco Salvi, «costituisce il primo sbocco per l’Italia».
Lanciata proposta in occasione Fiera Fruit Logistica a Berlino L’occasione del confronto è stata offerta dall’ambasciatore italiano in Germania Piero Benassi, che ha di nuovo voluto riunire nella sede diplomatica a Berlino i manager delle aziende presenti in fiera, i dirigenti del settore e gli assessori all’agricoltura delle Regioni. «Con 504 espositori sui 3.000 presenti a Fruit Logistica, anche quest’anno l’ortofrutticolo italiano dimostra a Berlino la sua forza – ha detto Benassi – ma bisogna esplorare i margini per migliorare ancora».
Ortofrutta al centro anche dell’incontro Guidi-Tajani È quanto ha sostenuto anche il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, che ha assicurato il proprio impegno soprattutto a livello europeo per la difesa degli interessi italiani, dopo l’incontro nei giorni scorsi con il nuovo presidente del parlamento europeo Antonio Tajani. «Ma serve anche un cambio di passo delle nostre aziende», ha aggiunto. Non tutti i numeri sono positivi, ha poi spiegato il presidente di Fruit Imprese Marco Salvi, indicando la contrazione dei consumi in Italia: «Per questo bisogna conquistare nuovi mercati», ha detto, citando il Giappone, la Cina e nuove frontiere del Sudest asiatico come Malesia e Vietnam e sottolineando l’importanza di aver agganciato la grande distribuzione tedesca.