L’Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia ha aggiornato le aree delimitate dal fenomeno Xylella fastidiosa, il batterio che ha falcidiato interi uliveti nel Salento, con focolai riscontrati anche in provincia di Brindisi e Taranto. Il confine della “zona cuscinetto” viene ora spostato sempre più a nord, proprio in seguito a questi ritrovamenti nelle scorse settimane, nella speranza che non vengano riscontrati ulteriori focolai, all’esito delle analisi di campioni prelevati su tutto il territorio dai tecnici dell’Arif-Agenzia regionale per gli interventi irrigui e forestali. Una circostanza che sta preoccupando non poco gli olivicoltori del brindisino e del tarantino, ma anche i diversi vivaisti che operano sul territorio come sottolinea una nota della Cia Puglia. «La speranza è che il monitoraggio a tappeto attuato dalla Regione Puglia con l’impiego dei tecnici dell’Arif e dei centri di ricerca scientifica, presso i quali vengono eseguite le analisi dei campioni prelevati sul territorio, dia esito negativo», scrive l’associazione.
L’appello della Cia A rischio sono oltre che gli ulivi millenari tra Carovigno e Monopoli, anche l’olivicoltura della provincia di Bari e il versante ionico della Puglia. «Il pericolo incombe su un territorio a forte vocazione olivicola con una parte caratterizzata da ulivi secolari che rappresentano anche un importante fattore di attrazione per il turismo e la multifunzionalità – prosegue la nota -. Ecco perché bisogna che le istituzioni preposte, insieme a tutti gli “attori” del territorio, si impegnino affinché il batterio non avanzi di un altro metro verso nord. Ribadiamo con forza, inoltre, che non bisogna perdere altro tempo, che occorre condividere una nuova strategia per il futuro dei territori interessati dalla problematica, iniziando ad immaginare un nuovo modello di sviluppo del territorio».
La risoluzione del problema La Cia Puglia «guarda con attenzione a tutti i progetti di ricerca in corso e si auspica che nel più breve tempo possibile la ricerca possa dare delle risposte, quanto meno per evitare il propagarsi della malattia, che se non contenuta rischia di interessare non solo tutta la Puglia ma anche tutta l’Italia olivicola, se si considera anche come il vettore si sposti a bordo di automezzi lungo le direttrici di transito degli stessi. Aspettiamo con ansia – si legge ancora nel comunicato – che la Commissione europea dia seguito a quanto annunciato, ovvero conceda la possibilità di reimpianto di nuovi uliveti nell’area infetta da Xylella, cioè nei territori in cui il batterio risulta endemico. È quanto la Cia Puglia sta chiedendo da diverso tempo. Perciò ribadiamo con forza la necessità di rimuovere il divieto di impianto di nuovi uliveti nell’area infetta e anche delle specie considerate suscettibili alla Xylella che potrebbero, se impiantate, rappresentare una alternativa alla produzione e al reddito degli agricoltori colpiti da questa emergenza. Gli agricoltori sono i primi penalizzati da questa vicenda – conclude la nota -. Le istituzioni non devono e non possono dimenticarsi degli agricoltori, di chi ha perduto un ingente patrimonio ed una fonte di reddito».