«Questa è una settimana molto importante perché, dopo 7 anni di negoziati e una difficilissima trattativa, arriva a conclusione il Ceta un grande accordo commerciale negli interessi sia europei sia canadesi, dove per la prima volta vengono riconosciuti 176 prodotti agroalimentari ad indicazione di origine». Lo ha detto all’Ansa Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo commentando l’accordo commerciale Ue-Canada approvato a Strasburgo con 408 voti favorevoli, 254 contrari e 33 astensioni. «Per la prima volta sono stati riconosciuti 176 prodotti a indicazione di origine – ha detto l’europarlamentare – e anche se i 41 italiani sono una percentuale per qualcuno troppo bassa rispetto ai 230 totali tra Dop e Igp, rappresentano comunque quasi la totalità delle esportazioni agroalimentari in Canada».
Anche il Parmigiano reggiano plaude all’accordo De Castro ha poi ricordato che con il Ceta finirà la grande disavventura che i produttori di prosciutto di Parma hanno avuto in quel mercato per decenni e verranno date nuove opportunità, in particolare, nel settore lattiero-caseario. «Soddisfazione» è stata espressa in primis da parte del Consorzio del Parmigiano Reggiano. «Non spetta a noi entrare nel merito complessivo dell’intesa – sottolinea il presidente del Consorzio, Alessandro Bezzi – ma il buon esito per i nostri produttori si riscontra su due fattori, ovvero sul raddoppio della quota dei formaggi comunitari esportabilii e, a maggior ragione, sull’avvio di nuovi meccanismi di protezione rispetto alle imitazioni e alle contraffazioni». «Se si considera il fatto che il Canada sta già facendo segnare costanti e rilevanti aumenti delle importazioni di Parmigiano Reggiano (oltre il 12% nel 2016), è evidente – spiega Bezzi – che con la firma del trattato si potranno cogliere al meglio le opportunità commerciali che nel Paese nordamericano abbiamo costruito con forti azioni di comunicazione e, soprattutto, con accordi che hanno interessato le maggiori catene distributive canadesi». «Il trattato commerciale – osserva Bezzi – non interviene in modo del tutto restrittivo sulle produzioni canadesi che si ispirano alla Dop originale (con l’uso, ad esempio, della denominazione “parmesan”), ma vieta di associarle ad elementi di “italian sounding” (il tricolore, città o monumenti italiani, ecc.) che risultano ingannevoli per i consumatori».
Confeuro contraria Critica invece la posizione di Confeuro. «L’accordo di libero scambio tra il Canada e L’Unione Europea rappresenta un nuovo favore fatto dalla classe politica alle multinazionali dell’agroindustria. Questo accordo infatti produrrà un duro colpo alla sovranità alimentare e all’ambiente e si tradurrà in immensi guadagni realizzati dalle grandi imprese ai danni dei cittadini europei e canadesi – scrive l’associazione in una nota -. Il Ceta è volutamente descritto dai suoi sostenitori come un passo avanti verso la liberalizzazione dei mercati e verso una maggiore concorrenza commerciale, ma la verità è che l’accordo provocherà un abbattimento degli standard qualitativi dei prodotti alimentari e che darà, attraverso delle cause giudiziarie, la possibilità alle multinazionali di piegare gli Stati nazionali ai propri interessi. Trattati come questi – conclude Cnfeuro – non sono affatto il simbolo di quel progresso tanto auspicato, ma al contrario l’emblema della degenerazione di una politica che oramai risponde esclusivamente alle richieste delle lobby invece che a quelle dei cittadini».