Lotta biologica attraverso la confusione sessuale per contrastare la lobesia botrana. Biogard ha presentato Isonet LTT il nuovo diffusore “twin tube” per il controllo della tignoletta da applicare sui vitigni di uve da vino e da tavola. Il nuovo diffusore Isonet LTT va ad inserirsi nella gamma già ampia di mezzi biologici che l’azienda del gruppo CBC Europe, propone per la difesa in agricoltura e potenzia in modo sostanziale le possibilità di applicare la lotta biologica nei vigneti.
Cosa è Si tratta di un diffusore a rilascio controllato del feromone e dal punto di vista chimico è analogo a quello naturale della Lobesia botrana. Isonett LTT si compone di due microcapillari paralleli di polimero plastico, che vengono riempiti entrambi dello specifico feromone e saldati alle estremità, senza la presenza del filo di alluminio che viene invece utilizzato in altri diffusori Shin-Etsu. L’apertura centrale permette un’applicazione sulla pianta facile e veloce.
I vantaggi Secondo quanto spiegato dalla Biogard, sono molteplici i vantaggi del nuovo diffusore Isonet LTT, un’efficacia che è stata comprovata da prove effettuate nel corso degli anni in vigneti in Italia e Spagna. Si evidenzia poi la praticità e la velocità di applicazione (circa 1 ora ad ettaro in una persona); la moderna tecnologia dei diffusori che permette un rilascio di feromone regolare e di lunga durata; è compatibile con altri metodi di controllo convenzionale; selettivo per api ed insetti utili; ammesso in agricoltura biologica; nessun Limite Massimo Residuo (LMR) e nessun intervallo di sicurezza e intervallo di rientro.
Ecco come funziona Isonet LTT La confusione sessuale è efficace se la distribuzione del feromone nell’ambiente della coltivazione da difendere è realmente omogena. Un risultato che si ottiene applicando nel vigneto il dosaggio consigliato in etichetta, di questi diffusori che rilasciano in modo costante il feromone. I fattori che regolano questo rilascio sono di natura fisico-chimica e sono legati alle caratteristiche intrinseche del feromone e del polimero, agli spessori delle pareti dei capillari che costituiscono il diffusore ed ai fattori climatici tipici dell’area di applicazione, come le temperature medie ed i movimenti d’aria all’interno del vigneto. La struttura particolare a capillare permette a tutto il diffusore di rimanere impregnato di feromone anche quando, durante il corso della stagione, il suo contenuto interno si riduce. Di conseguenza la superficie totale da cui viene rilasciato il feromone non varia per tutto il periodo di esposizione e la permeazione (ed evaporazione) si mantiene costante a parità di condizioni.
La dose di applicazione che viene indicata in etichetta è di 200-300 diffusori per ettari (quindi una media di 250) oltre ai rinforzi sui bordi, in base alle caratteristiche dell’area che viene trattata. La distribuzione in campo – ricorda la Biogard – viene scelta sui sesti di impianto del vigneto, e deve essere la più uniforme possibile. I diffusori dovrebbero essere posizionati ai vertici di un quadrato, di lato più o meno grande in relazione alla dose per ettaro che è stata decisa (50 metri quadri = 200 diffusori/ha; 40 m²=250 diff/ha; 33 m²=300 diff/ha). Il rilascio del feromone varia dai 150 a oltre 180 giorni, a seconda delle temperature medie del periodo e dei venti della zona trattata.
Confusione sessuale E’ bene specificare che il metodo della confusione sessuale non è alternativo alla lotta tradizionale, ma viene considerato – secondo la Biogard – la base su cui modulare la difesa in relazione alle caratteristiche delle singole aziende dove viene adottato. Nei casi di basse popolazioni può garantire un buon controllo del fitogafo. La confusione sessuale si basa sull’utilizzo dei feromoni, ovvero una sorta di messaggeri chimici emessi dalle femmine adulte per attirare i maschi della stessa specie per l’accoppiamento. Quando queste sostanze vengono immesse nell’ambiente in una quantità tale da compromettere la capacità recettiva del sistema olfattivo dei maschi, che così non riescono più a individuare la femmina da cui proviene il richiamo e così si impedisce o si ritarda l’accoppiamento. Questo determina una drastica diminuzione della capacità riproduttiva dell’insetto bersaglio, e di conseguenza, una riduzione delle popolazione e dei danni alle colture.
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