Per mangiare pesce spada fresco Made in Italy occorrerà aspettare il prossimo 1 aprile. E’ appena cambiato infatti il calendario che sposta dall’autunno ai mesi invernali la sospensione delle attività di cattura per la salvaguardia della specie. Niente pesca allo spada, quindi, dal 1 gennaio al 30 marzo, ma si potrà tornare a pescare dal 1 ottobre al 30 novembre, mesi in cui finora vigeva il fermo delle attività di pesca. E’ quanto disposto dal decreto ministeriale firmato dal Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, con cui l’Italia anticipa di tre mesi la nuova regolamentazione adottata dall’Iccat, la Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tunnidi Atlantici, lo scorso novembre (era fine maggio 2017).
La decisione «E’ un provvedimento che nasce da una nostra proposta votata dal Medac, il Consiglio consultivo regionale per il Mediterraneo, nel 2016 in Spagna», commenta l’Alleanza delle Cooperative italiane pesca, soddisfatta della nuova misura sottolineando però la necessità di risolvere il nodo delle coperture sociali per i pescatori durante il periodo di fermo. Da qui la richiesta al Governo di consentire l’accesso alle nuove forme di integrazione salariale previste dalla legge di bilancio 2017, come ad esempio la misura dei 30 euro al giorno a pescatore. Blocco temporale per la pesca allo spada, a cui presto si aggiungerà il sistema delle quote di cattura come per il tonno rosso.
A confronto sulla pesca nel Mediterraneo Proprio oggi a Madrid si apre una tre giorni con i Paesi Iccat per trovare un accordo sulla ripartizione delle catture nell’area mediterranea tra i paesi Ue e gli altri del bacino. «Una partita molto importante – conclude l’Alleanza – dove occorre tenere conto della realtà, con l’Italia primo produttore in assoluto di pesce spada con oltre il 40% degli sbarchi di tutto il Mediterraneo».