Confeuro si schiera apertamente al fianco di Confcoltivatori che da anni sta lottando per il rispetto dei diritti degli operatori del comparto agroalimentare calabrese. Lo dice l’associazione in una nota, specificando come «nonostante le tante promesse, l’organismo pagatore regionale (Arcea) non ha ancora liquidato le indennità compensative del 2015 e del 2016; e allo stesso tempo non sono ancora stati erogati i famosi benefici che spettano alle imprese che praticano la coltivazione biologica».
Al fianco dell’agricoltura calabrese «Come se tutto questo non fosse già abbastanza – prosegue il comunicato – dobbiamo inoltre rilevare le gravissime anomalie del sistema informatico regionale per inoltrare, entro il 13 Febbraio scorso, le richieste di contributi da parte delle aziende agricole. Il malfunzionamento non è mai stato riparato, e molte imprese, vista l’indisponibilità del ministero dell’Agroalimentare, sono oggi impossibilitate nel fare le domande e ad accedere ai contributi. Questa situazione, come denunciato da Confcoltivatori, mette a rischio la sussistenza di oltre quindicimila aziende; nonché la tenuta stessa dell’economia regionale. Come Confeuro intendiamo sostenere in tutto e per tutto la battaglia di Confcoltivatori, e per questo annunciamo che saremo al loro fianco anche nel condurre tutte le battaglie legali necessarie a far valere i diritti degli operatori agroalimentari calabresi».
Agricoltura: volano per il Meridione Nelle scorse ore, Confeuro era intervenuta per rilanciare l’agricoltura nel Sud Italia, quale settore che riesce a contribuire attivamente alla risoluzione del problema del Mezzogiorno. «A dirlo chiaramente sono i dati Svimez che certificano l’aumento dell’imprenditoria giovanile e delle produzioni dop e doc; la crescita della qualità delle produzioni enogastronomiche e lo sviluppo degli agriturismi e delle energie rinnovabili – dice Confeuro -. Questi numeri determinano complessivamente per il Sud un aumento della ricchezza dello 0,8% (+0,3% rispetto al Centro-Nord) e indicano con chiarezza il percorso da seguire». «L’auspicio a questo punto non può che essere quello che il governo raccolga questi segnali, ma ad essere sinceri non sembra affatto che l’esecutivo vada in quella direzione, anzi, sembra intenzionato a proseguire sulla strada di penalizzare le categorie in difficoltà e di ridurre i diritti dei cittadini – conclude la nota -. A tal proposito è bene evidenziare che, non solo non si sta investendo per il rilancio nel primario, ma si sta cercando in tutti i modi di smantellare le strutture di assistenza come i patronati e i caf. Infatti è bene ricordare che l’esecutivo sta cercando di imporre la chiusura dei patronati chiedendo loro l’impossibile e che ai caf viene attualmente apportato un taglio sui compensi del 24% che continuerà a crescere negli anni a seguire fino a raggiungere quasi il 50%».