È stato sottoscritto il rinnovo del CCNL per gli imbarcati su natanti di cooperative di pesca, con scadenza 31 dicembre 2020. Dopo oltre tre anni di trattative non facili ed in un momento di particolare crisi per il settore, è stato trovato un punto di equilibrio che dà risposte, anche innovative, ad una parte importante della pesca italiana, quella dei soci lavoratori e dei lavoratori dipendenti da cooperative armatrici.
Il nuovo contratto nazionale «Dal punto di vista economico, abbiamo riallineato le retribuzioni, ferme al 2010, a quelle vigenti nel settore, evitando così effetti dumping – spiega una nota unitaria delle sigle sindacali -. Per la prima volta nella pesca, viene inserita per i soci lavoratori, la retribuzione su base mensile che salvaguarda la specificità della piccola pesca artigianale, in un settore che storicamente, prevedeva acconti sul “minimo monetario garantito”, seguito da un conguaglio trimestrale. Per i dipendenti tale conguaglio si abbassa a due mesi incrementando l’anticipo mensile dal 70% all’80%».
Le novità «Grande conquista di civiltà, la previsione del diritto di reimbarco per i lavoratori sbarcati a seguito di malattia ed infortunio, diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente – prosegue il comunicato -. Per i soci lavoratori è stato introdotto un sistema di mensilizzazione delle retribuzioni. Maggiori tutele in tema di sicurezza sul lavoro e formazione, prevedendo un monte ore di permessi retribuiti. Un forte impegno anche sul versante della contrattazione decentrata, per valorizzare le specificità delle singole marinerie e tutelare altresì le condizioni di miglior favore già in essere sul territorio. In tema di welfare contrattuale, è stato introdotto per la prima volta l’istituto dell’assistenza sanitaria integrativa, prevedendo per tutti i lavoratori l’adesione, a partire dal primo marzo 2017, al Filcoop sanitario».
Cosa resta da fare «Nonostante i risultati raggiunti con il rinnovo contrattuale siamo consapevoli che rimangono ancora aperte tutte quelle vertenze che interessano, in generale il settore della pesca – concludono i sindacati FAI, FLAI e UILA Pesca -. Da tempo denunciamo delle vere ingiustizie che vive questo settore, ai lavoratori della pesca non vengono attribuiti alcuni diritti che per noi dovrebbero essere automatici, come il riconoscimento del lavoro usurante e delle malattie professionali che per il comparto, ancora non sono tabellate dall’INAIL. Infine, la mancanza di un sistema di ammortizzatori sociali che intervenga a sostegno del settore in tutti casi di crisi o per questioni meteo marine avverse».