Secondo uno studio recente, gli accordi commerciali possono contribuire all’aumento delle vendite e al sostegno dell’occupazione nel settore agroalimentare dell’Ue.Un nuovo studio indipendente svolto per conto della Commissione europea indica che gli accordi commerciali hanno contribuito a promuovere le esportazioni di prodotti agricoli dell’Ue e hanno offerto un sostegno all’occupazione nel settore agroalimentare e in altri settori economici. Lo studio analizza nel dettaglio gli accordi commerciali con tre paesi: Messico, Corea del Sud e Svizzera.
Accordi commerciali che fanno bene all’agricoltura In proposito, il commissario per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale Phil Hogan ha dichiarato: «Questi tre accordi da soli hanno permesso un aumento delle esportazioni agroalimentari dell’Uw di oltre 1 miliardo di euro, apportando un valore aggiunto di 600 milioni di euro nel settore agroindustriale. Allo stesso tempo, l’aumento delle esportazioni ha sostenuto migliaia di posti di lavoro in tutta l’UE, la maggior parte dei quali nel settore agroalimentare, inclusa l’agricoltura primaria. Queste cifre mostrano chiaramente che accordi commerciali ambiziosi ed equilibrati risultano favorevoli per i prodotti alimentari e l’agricoltura europea». La commissaria per il Commercio Cecilia Malmström ha dichiarato: «Gli accordi commerciali, se ben fatti, sono una forza positiva per i nostri agricoltori e produttori di alimenti. Questo studio fornisce inoltre importanti indicazioni su come continuare a ridurre la burocrazia inutile ed eliminare gli ostacoli all’avanzamento dei nostri negoziati commerciali».
I numeri Lo studio dimostra che gli accordi hanno contribuito a intensificare gli scambi in entrambe le direzioni, con un aumento delle esportazioni dell’UE e un incremento delle importazioni di prodotti provenienti da questi tre paesi, offrendo ai consumatori e alle imprese dell’UE un maggiore accesso ai prodotti agroalimentari. In particolare, lo studio indica che l’aumento delle importazioni in questione ha un impatto limitato sulla produzione interna dell’UE, poiché rispecchia soprattutto una sostituzione delle importazioni provenienti da altri paesi terzi o un aumento dei consumi dell’UE.
Gli accordi In particolare, con riguardo ai tre accordi, lo studio evidenzia che l’accordo tra l’UE e il Messico ha comportato un aumento di 105 milioni di euro delle esportazioni di prodotti agroalimentari dell’UE nel 2013, tre anni dopo la soppressione di tutte le barriere commerciali che le parti si erano impegnate ad eliminare nell’accordo. Si tratta per la maggior parte di alimenti trasformati e bevande. Le importazioni supplementari per un valore di 316 milioni di euro registrate nello stesso anno erano per lo più costituite da prodotti di base. Lo studio identifica inoltre potenzialità per il settore agricolo dell’UE conseguenti a un’ulteriore riduzione delle attuali tariffe e barriere. La questione viene ora affrontata nel quadro dei negoziati volti ad attualizzare l’accordo UE-Messico. Sebbene non ancora pienamente attuato, l’accordo di libero scambio (ALS) UE-Corea del Sud ha dato luogo a esportazioni agroalimentari supplementari dell’UE del valore di 439 milioni di euro nel 2015 (l’ultimo anno per cui sono disponibili dati), soprattutto sotto forma di prodotti di base. Le importazioni supplementari del valore di 116 milioni di euro registrate nello stesso anno erano per lo più costituite da alimenti trasformati e bevande. Gli accordi UE-Svizzera sul commercio di prodotti agricoli e di prodotti agricoli trasformati hanno consentito congiuntamente un aumento delle esportazioni di prodotti agroalimentari dell’UE pari a 532 milioni di euro nel 2010, ossia tre anni dopo la loro piena attuazione. Si è trattato per la maggior parte di alimenti trasformati e bevande. Le importazioni supplementari per un valore di 1,17 milioni di euro erano costituite per la maggior parte da prodotti di base.
Lo studio Lo studio sottolinea l’importanza di seguire da vicino i negoziati commerciali dei principali concorrenti dell’UE per garantire che quest’ultima non resti indietro riguardo alle condizioni di accesso a mercati importanti per i prodotti agroalimentari. Esso indica inoltre che, più recentemente, accordi più ambiziosi come l’accordo commerciale UE-Corea, entrato in vigore nel 2011, hanno un impatto positivo maggiore rispetto a quelli più vecchi e meno completi, come l’accordo UE-Messico del 2000. È questo un segnale del miglioramento non solo della qualità e dell’efficacia degli accordi commerciali dell’UE in termini di eliminazione degli ostacoli, ma anche della competitività del settore. Lo studio sottolinea inoltre l’importanza delle campagne di promozione e di informazione dell’UE per agevolare l’accesso degli esportatori dell’UE a nuovi mercati e lo sviluppo delle loro attività sui mercati esistenti. La Commissione ha aumentato considerevolmente il bilancio destinato alla promozione e il Commissario Hogan ha già effettuato visite ad alto livello in sei paesi (Colombia e Messico, Cina e Giappone, Vietnam e Indonesia) per promuovere i prodotti agroalimentari dell’UE e offrire alle imprese e alle organizzazioni dell’UE la possibilità di trovare nuove opportunità commerciali in questi paesi. La prossima visita di questo tipo avrà luogo a maggio in Canada, che ha appena concluso il proprio accordo di libero scambio con l’UE. Anche la Commissaria UE per il Commercio Malmström visiterà il Canada nel mese di marzo, così come Singapore (altro paese con cui l’Unione ha concluso di recente un accordo commerciale), e successivamente il Messico in primavera.
Le esportazioni agroalimentari dell’UE raggiungono livelli record nel 2016 I tre accordi commerciali hanno inoltre contribuito a far registrare un anno record per le esportazioni agroalimentari dell’UE nel 2016, con un volume totale di 130,7 miliardi di euro, 1,7 miliardi in più rispetto al 2015. Gli aumenti maggiori sono stati registrati nelle esportazioni annuali verso gli Stati Uniti (+1,26 miliardi di euro) e verso la Cina (+1,06 miliardi). Nello stesso periodo, il valore delle importazioni agroalimentari dell’UE è diminuito dell’1,5%, attestandosi a 112 miliardi di euro. Il settore agroalimentare ha rappresentato il 7,5% delle esportazioni totali di merci dell’UE nel 2016; il 6,6% di tutte le merci importate era costituito da prodotti agroalimentari. Con un’eccedenza di 18,8 miliardi di euro, il settore agroalimentare rappresenta quasi la metà dell’eccedenza complessiva dell’Unione europea nel settore degli scambi commerciali, che nel 2016 ammontava a 39,3 miliardi di euro.
Il contesto Lo studio è stato condotto per conto della Commissione dalla società di consulenza indipendente Copenhagen Economics e ha esaminato l’impatto sulle esportazioni di prodotti agroalimentari di tre diversi tipi di accordo commerciale: accordi più vecchi, “di prima generazione”, come quello con il Messico, accordi di libero scambio approfonditi e completi, di nuova generazione, come quello con la Corea del Sud e accordi settoriali specifici, come quello con la Svizzera.