In merito al rapporto degli inviati speciali dell’Onu per il Diritto al cibo, presentato al Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra, Agrofarma – Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica – condivide l’importanza dell’allarme che è stato lanciato, auspicando che serva a stimolare azioni concrete e sinergiche fra le Istituzioni Internazionali, gli Stati nazionali e le relative filiere agricole.
Realtà d’eccellenza L’Associazione riconosce che se la realtà europea e quella italiana rappresentano casi d’eccellenza in tema di utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, purtroppo nei Paesi in via di sviluppo la situazione è decisamente diversa.
Formazioneimprescindibile La formazione degli agricoltori, ad esempio, è un elemento fondamentale e imprescindibile per un’agricoltura sostenibile, che in alcuni paesi non viene tenuto in debita considerazione creando i presupposti per i casi di avvelenamento citati nel rapporto. È necessario un investimento educativo in questa direzione per favorire in tutti i Paesi l’adozione di buone pratiche agricole e modalità di utilizzo corretto e consapevole degli agrofarmaci che comprendano misure di mitigazione del rischio per gli operatori e per l’ambiente e, di riflesso, per i consumatori.
È falso sostenere che l’agricoltura intensiva, anche attraverso l’uso della chimica, non contribuisca a incrementare la produzione: il fatto che nei 50 anni passati la popolazione globale sia più che raddoppiata, mentre la terra arabile disponibile è aumentata solo del 10%, è l’ennesima riprova di come un aumento di produzione ci sia stato, e sia dovuto anche ai mezzi tecnici che hanno reso possibile l’ottimizzazione delle rese agricole, difendendo le colture da malattie e parassiti.
«Gli agrofarmaci sono strumenti indispensabili per ottenere livelli di produttività delle coltivazioni sufficienti a sostenere la crescente popolazione mondiale; sforzi per una migliore distribuzione degli alimenti e per la riduzione degli sprechi sono doverosi, ma senza l’impiego degli agrofarmaci, non si avrebbe abbastanza cibo per tutti – ha dichiarato Andrea Barella, presidente di Agrofarma – L’esempio virtuoso dell’agricoltura italiana ed europea conferma che l’agricoltura integrata, che prevede l’utilizzo della chimica, può essere pienamente sostenibile; il problema non sono dunque i prodotti fitosanitari in sé stessi, ma il loro corretto utilizzo»
Agrofarma si augura che da questo autorevole rapporto ONU possa sorgere una maggiore e più lucida consapevolezza della reale problematica, piuttosto che l’ennesima demonizzazione di mezzi tecnici qualificati e utili, ribadendo che le aziende associate sono quotidianamente impegnate per promuovere l’uso sostenibile della chimica in un quadro normativo europeo tra i più stringenti a tutela di agricoltori, ambiente e consumatori.