Pomodoro da industria. SOS prezzo. Italia divisa in due, Toscana punta sulla qualità

Regole condivise, ricerca, prodotto legato al territorio. E ovviamente, un reddito equo per i produttori. Sono questi i nodi da sciogliere per il comporto del pomodoro da industria toscano vuole vincere le sfide dei mercati. E’ in sintesi quanto è emerso nel convegno che si è svolto a Venturina (Li) organizzato da Cia Toscana e Cia Livorno che ha visto la partecipazione del mondo produttivo, rappresentanti delle istituzioni fra cui il viceministro delle politiche agricole Andrea Olivero, l’assessore regionale Marco Remaschi, Gianni Anselmi, presidente Commissione Consiglio regionale della Toscane e Silvia Velo, sottosegretario Ministero Ambiente.

Un momento del convegno di Venturina

Produzione toscana Il pomodoro da industria è una parte importante della storia produttiva di questo territorio. Gli ettari a pomodoro da industria nel 2016 in Toscana sono stati 2.122 (erano 2.732 nel 2015) con una produzione totale di 1.376.609 (1.606.572 nel 2015).  Sono 4 le industrie presenti in Toscana, due più grandi (Italian Food di Venturina-Li e Conserve Italia di Albinia-Gr) e due di minori dimensioni (Mediterranea Belfiore di Cecina-Li e La Dispensa di Campagna a Castagneto Carducci-Li). Una coltura che – secondo i dati Istat 2016 – interessa prevalentemente le province Grosseto (1.300 ettari coltivati) e Livorno (100 ha), ma con presenze significative anche in Valdichiana (Siena 240 e Arezzo 300) e in provincia di Pisa (140 ettari).

Prezzo equo cercasi «Abbiamo davanti un lavoro faticoso che richiede impegno affinché gli strumenti a disposizione del comparto siano davvero efficienti – ha sottolineato il presidente Cia Livorno e vicepresidente nazionale Cinzia Pagni -. Le scelte nazionali per la nuova PAC sui pagamenti diretti, sostegno accoppiato, hanno messo a disposizione per il 2015 un plafond di € 11.288.599 su di una superficie totale di 68.441,36 che si è tradotto in un importo unitario di € 164,94 ad ettaro, ma non è questo che può cambiare le prospettive della coltura. L’obiettivo finale è e rimane sempre quello del mercato. Il tema centrale – aggiunge la Pagni – è la costruzione di un complesso agricolo-industriale, che attraverso una attività organizzativa, tecnica ed economica, realizzato sul piano della collaborazione e non della competizione, riesca a far recuperare valore aggiunto al comparto, considerato che la sfida del mercato non si gioca solo sul prezzo della materia prima».

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Brunelli (Cia Toscana) su pomodoro da industria

Un protocollo da attuare «La invocata difesa del pomodoro toscano – ha commentato Luca Brunelli, presidente Cia Toscana -, sancita da un protocollo d’intesa tra istituzioni locali e regionali mondo produttivo, industria di trasformazione e rappresentanze associative e sindacali, passa solo attraverso il rispetto degli accordi sottoscritti, senza essere tentati da scorciatoie o speculazioni, che come hanno dimostrato le difficoltà anche recentemente incontrate, finiscono per indebolire un comparto, che trova la sua forza nell’organizzazione della filiera».

Nuova campagna In vista della campagna alle porte, rimane tra le principali preoccupazioni la remuneratività per i produttori, che hanno difficoltà a coprire i costi di produzione. La tempistica nel raggiungimento dell’accordo quadro, specialmente al Centro-Sud e nella definizione dei contratti con le industrie desta forte preoccupazione perché gli agricoltori si trovano ad operare in un contesto di forte incertezza. Da pochi giorni è stato firmato l’accordo quadro per il Nord-Italia con definizione del quantitativo massimo di pomodoro da trasformare (1,7 milioni di tonnellate) e hanno preso avvio i lavori per la determinazione del prezzo di riferimento. Per quanto riguarda il Distretto del Centro-Sud anche quest’anno si registrano già ritardi.

Industria presente Durante il convegno, fra gli altri, significativi gli interventi dei rappresentanti del mondo dell’industria del pomodoro: Pasquale Petti di Italian Food e Giancarlo Ferri di Asport che hanno sottolineato l’importanza di rafforzare la programmazione e la contrattazione in vista della prossima campagna del pomodoro per la valorizzazione della filiera toscana che ha il suo valore aggiunto nella garanzia dell’origine e della trasformazione del prodotto.

Pomodoro nazionale «Il pomodoro – ha sottolinea Dino Scanavino, presidente Cia nazionale – è un prodotto nazionale, presente al Centro Nord come al Sud. Ha un’incidenza notevole nelle scelte colturali che diventano legate alle rotazioni col pomodoro, ha una Pac ancora importante e se si rompe l’equilibrio di questo mercato diventa un problema anche per altre produzioni. La Toscana ha stabilimenti con numeri importanti. Abbiamo bisogno che questo sistema faccia forza e ripartisca in modo equo il valore della produzione. È un prodotto a cui bisogna fare grande attenzione».

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