Agrinsieme esprime soddisfazione per la creazione di una task force interministeriale, a cui parteciperanno anche i rappresentanti delle associazioni di categoria agricole agroalimentari, per la tutela del made in Italy, annunciata dal ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Angelino Alfano nel corso della Conferenza “Contro semafori e protezionismi” – Incontro sulla tutela del made in Italy agroalimentare e sull’importanza di un’informazione consapevole in materia nutrizionale e di salute, svoltasi oggi alla Farnesina.
«E’ un segnale concreto della necessità condivisa di fare sistema Paese e di definire insieme una strategia per rilanciare il nostro sistema agroalimentare – ha detto il rappresentante di Agrinsieme Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura -. E’ l’unico modo per difendere la qualità, la salubrità e il valore del made in Italy da false informazioni, a cominciare dall’etichetta a semaforo».
Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative e Agroalimentari e Copagri ha ribadito la propria forte contrarietà a tale sistema. “I sistemi di etichettatura a semaforo, a fronte di una comunicazione apparentemente semplice e intuitiva per i consumatori basata su tre colori, risultano fuorvianti ed ingannevoli, perché inducono il consumatore a considerare il rosso non come un’indicazione di massima, ma come un divieto assoluto al consumo e perché assegnerebbero di fatto ad una bevanda light ricca di edulcoranti, conservanti ed aromatizzanti il semaforo verde e darebbero invece il colore rosso a prodotti come il latte intero o i formaggi, per via del loro contenuto di grassi naturali».
«Il cibo è un prodotto complesso che non può essere valutato sulla base di un unico o di pochi parametri – ha detto Massimiliano Giansanti -. Un alimento, inoltre, non può essere considerato in astratto, al di fuori cioè delle caratteristiche soggettive e dello stile di vita di chi l’assume. Privilegiare o isolare un solo criterio, anche se importante, può alla lunga arrecare più danni che benefici».
Agrinsieme ritiene che l’etichetta debba contenere informazioni corrette ed esaurienti, che favoriscano l’acquisto informato e consapevole da parte dei consumatori, peraltro sempre più esigenti. In questo ambito è assolutamente favorevole all’introduzione della cosiddetta etichettatura nutrizionale, introdotta con il Regolamento 1169/2011 e recentemente entrata in vigore, anche se con i dovuti distinguo per alcuni prodotti, come il vino. Allo stesso modo è favorevole, in linea di principio, alle indicazioni sull’origine dei prodotti e delle materie prime agricole, sempre nell’ottica di una corretta informazione al consumo. Per quanto possibile però, secondo Agrinsieme, “dovrebbe sempre essere favorita l’armonizzazione delle normative almeno su base europea: eventuali informazioni volontarie dovrebbero essere sempre corrette e non comportare informazioni ingannevoli».
Regolamento «L’art. 35 del Regolamento 1169/2011 prevede già – ha ribadito Agrinsieme – che possano essere indicate informazioni supplementari, ma queste sono ammesse solo se rispettano una serie di requisiti, quale ad esempio l’essere basate su ricerche accurate o pareri scientifici. All’art. 39 si precisa, inoltre, che eventuali disposizioni nazionali, oltre a non dover creare ostacoli alla libera circolazione, non devono nemmeno discriminare gli alimenti provenienti da altri Stati membri». Sono necessarie, inoltre, a parere del presidente Giansanti, una corretta informazione, anche pubblica, sul nostro modello agroalimentare e una maggiore educazione alimentare, a partire dalla prima infanzia.