«L’ok al reimpianto può essere un primo passo, aspettiamo l’ufficialità, ma non molliamo la presa, bisogna continuare a lottare contro l’avanzata della Xylella». E’ con queste parole che Raffaele Carrabba, presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani della Puglia, commenta la notizia battuta dalle agenzie di stampa.
Le richieste della Cia La Commissione Ue ha deciso di permettere il reimpianto nelle zone infette dalla Xylella di due varietà di olivo, il leccino e la favolosa, risultate tolleranti al batterio grazie alle ricerche scientifiche condotte in questi anni e negli ultimi mesi. «Noi di Cia Agricoltori Italiani abbiamo chiesto con forza e da tempo il reimpianto, anche durante l’ultima grande mobilitazione davanti al Consiglio Regionale della Puglia, quando consegnammo un documento unitario, con le altre organizzazioni di Agrinsieme, di proposte al presidente Michele Emiliano e all’assessore Leonardo Di Gioia», ha ricordato Raffaele Carrabba. «Salutiamo dunque con speranza le dichiarazioni degli europarlamentari Paolo De Castro e Raffaele Fitto che, stamattina, hanno diffuso la notizia. L’ufficialità del via libera al reimpianto, tuttavia, è stata annunciata per il prossimo 19 giugno, per questo aspettiamo», ha aggiunto Carrabba. Apertura anche sulla possibilità di non procedere all’abbattimento degli alberi monumentali di olivo, così importanti per conservare il valore assoluto del paesaggio pugliese. «Questa notizia non deve però farci pensare che la guerra alla Xylella sia vinta – ha ammonito Carrabba -. Resta inderogabile la necessità che tutti insieme, nessuno escluso, gli attori istituzionali, le organizzazioni agricole, i produttori, i soggetti attivi del territorio si impegnino affinché il batterio non avanzi di un altro metro verso nord. Ribadiamo con forza, inoltre, che non bisogna perdere altro tempo, che occorre condividere una nuova strategia per il futuro dei territori interessati dalla problematica, iniziando a immaginare un nuovo modello di sviluppo del territorio. Ben vengano i progetti di ricerca scientifica. La Cia Puglia guarda con attenzione a tutti i progetti di ricerca in corso e auspica che nel più breve tempo possibile la ricerca dia nuove e positiva risposte, quanto meno per evitare il propagarsi della malattia, che se non contenuta rischia di interessare non solo tutta la Puglia ma anche tutta l’Italia olivicola, se si considera anche come il vettore si sposti a bordo di automezzi lungo le direttrici di transito degli stessi. Il reimpianto di nuovi uliveti nell’area infetta da Xylella, cioè nei territori in cui il batterio risulta endemico, è un passo in avanti molto importante. È quanto la Cia – Agricoltori Italiani di Puglia sta chiedendo da diverso tempo. Perciò ribadiamo con forza la necessità di rimuovere il divieto di impianto di nuovi uliveti nell’area infetta ed anche delle specie considerate suscettibili alla Xylella che potrebbero, se impiantate, rappresentare una alternativa alla produzione e al reddito degli agricoltori colpiti da questa emergenza.Gli agricoltori sono i primi penalizzati da questa vicenda. Le istituzioni non devono e non possono dimenticarsi degli agricoltori, di chi ha perduto un ingente patrimonio ed una fonte di reddito».
Il commento di Paolo De Castro «La Commissione Ue permetterà nelle zone infette della Xylella il reimpianto delle due varietà di olivo, leccino e favolosa, risultate tolleranti al batterio. Insieme al collega Raffaele Fitto siamo molto soddisfatti della decisione presa dalla Commissione che accoglie finalmente la richiesta del Governo italiano e che abbiamo sostenuto anche attraverso un interrogazione parlamentare presentata lo scorso 5 luglio. L’ufficialità arriverà il 19 giugno prossimo ma la decisione presa dal comitato fitosanitario, sostenuta da tutti gli Stati membri ad eccezione solo della Francia, permetterà di creare le condizioni per rilanciare le attività imprenditoriali degli olivicoltori. Il comitato ha inoltre discusso della possibilità di non procedere all’abbattimento di quegli esemplari monumentali, imprescindibili per la conservazione del valore paesaggistico pugliese».