Il Veneto non si rassegna alla moria del kiwi e continua a dare battaglia. La sindrome che ha colpito in particolare le colture veronesi del frutto esotico, originario della Cina, che proprio in Italia – insieme alla Nuova Zelanda – ha trovato la terra più feconda di produzione.
Investimenti Dopo aver investito oltre un milione e mezzo di euro per valorizzare e ripristinare una coltura nella quale il Veneto è leader con 55 mila tonnellate annue, mille produttori e 3200 ettari coltivati, di cui 2500 nella sola provincia di Verona, la Giunta regionale – su proposta dell’assessore all’Agricoltura – ha approvato la prosecuzione del progetto per l’individuazione di idonee strategie di contrasto alla “moria del kiwi” del Veronese.
Il progetto, iniziato nel 2015, coinvolge l’Agenzia Veneta per l’innovazione del settore primario (AVISP), come coordinatore delle attività di gestione del “campo prova” , il Consorzio di tutela del kiwi di Verona e Agrea s.r.l.: sul frutteto ‘sperimentale’, su cui sono state applicate pratiche agronomiche classiche a confronto con tecniche innovative, sono stati raccolti i primi dati, che devono essere verificati in maniera più sistematica attraverso, appunto, la prosecuzione della prova che prevede anche la verifica della resistenza dei portinnesti. Il programma stanzia 50 mila euro per il quadriennio 2017-2020, suddivisi in moduli annuali che saranno finanziati sulla base delle disponibilità degli esercizi finanziari di competenza del bilancio della Regione Veneto.