Diffuse da Assoenologi le prime stime sulla produzione di vino e mosto. Per gli eventi climatici, rispetto al 2016 si sono persi ben 13 milioni di ettolitri, con una flessione del 24%. In tutta la penisola si registrano contrazioni nella produzione, con punte anche del 35-40% in Sicilia e Umbria. Fa eccezione invece la Campania che, dopo la difficile vendemmia dello scorso anno, registra un aumento del 5%.
Siccità killer I dati dipendono soprattutto dal lungo periodo di siccità che ancora persiste e che ha messo a dura prova i vigneti del Centro-Sud Italia (e in alcuni casi anche del Nord) che hanno dovuto subire anche una straordinaria ondata di caldo, iniziata sin da maggio, raggiungendo il suo apice nei mesi di luglio ed agosto, tanto che la colonnina del termometro ha fatto spesso registrare valori al di sopra dei 40°C.
I vigneti delle regioni settentrionali hanno invece potuto beneficiare, durante i mesi di luglio ed agosto, di provvidenziali piogge anche se spesso sono state accompagnate da forti grandinate che, in alcuni casi, hanno compromesso la produzione in diversi areali.
Così, con 41,1 milioni di ettolitri il 2017 si colloca tra le prime 6 vendemmie più scarse dal 1947 ad oggi (1947 – 36,4 milioni di Hl, 1948 – 40,4 milioni di Hl, 1949 e 1950 – 41 milioni di Hl, 2012 41,1 milioni di Hl).
Le stime dell’associazione si riferiscono alla situazione riscontrata dai tecnici delle sue 17 sedi periferiche tra la seconda e la terza settimana di agosto, cioè quando la quasi totalità dell’uva era ancora sulle piante. Purtroppo, visto il perdurare della siccità e delle alte temperature al Centro-Sud, non è da escludere che ci siano altre consistenti perdite nella produzione di uva.