Due eccellenze ed una denominazione da proteggere. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 28 agosto scorso, per il riconoscimento della DOP alla Mozzarella di Gioia del Colle, le reazioni della Regione Campania e del Consorzio a Tutela della Mozzarella di Bufala Campana non si sono fatte attendere. Franco Alfieri, consigliere del presidente della Regione, Del Luca, per l’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca spiega come «l’assegnazione della DOP alla Mozzarella di Gioia del Colle violi le normative comunitarie, in materia di tutela dei prodotti DOP, in quanto il nome iscritto risulta essere omonimo a quello già esistente della Mozzarella di Bufala Campana DOP». Inoltre, continua Alfieri «la Regione a fianco del Consorzio cercherà di intraprendere qualsiasi azione si renda disponibile per tutelare l’oro bianco della Campania».
Differenze La forte presa di posizione, volta come sempre a tutelare la qualità della Mozzarella di Bufala, cerca di mettere in evidenza le caratteristiche che la contraddistinguono e la hanno resa un’eccellenza mondiale. Tra le varie critiche sollevate dagli addetti ai lavori, ve ne sono alcune salienti, che potrebbero ledere l’idea della Mozzarella di Bufala, come per esempio, la non definizione dell’origine della materia prima utilizzata, diversa a quella esclusiva del latte vaccino per la Bufala; ma allo stesso tempo, il termine “ mozzarella” utilizzato per definire la “Treccia” di Gioia del Colle, può trarre in inganno il consumatore. Infatti, proprio nel 2011, in concomitanza con l’assegnazione della DOP alla Mozzarella di Bufala Campana, non si parlava di Gioia del Colle ma di “Treccia della Murgia e dei Trulli”. Infine, anche, Enzo Maraio, responsabile del PSI, dichiara che «in un mercato che tende a globalizzarsi sempre più è quanto mai necessario difendere le tipicità dei nostri territori».