I problemi del Paese sono tanti e diversi, ma hanno tutti lo stesso comune denominatore: quello di un gigantesco gap tra la fase progettuale e quella esecutiva. Come sottolineato da ‘La Repubblica’ un esempio che fa particolarmente male, viste le recenti tragedie legate al maltempo, è quello del piano “Italiasicura” approvato 3 anni fa con il compito di investire 7,7miliardi di euro entro il 2023 e mettere in sicurezza il Paese. Fino ad ora di questa considerevole somma è stato spesso solo l,5%.
Eppure, come abbiamo sottolineato più volte, sono assolutamente urgenti degli interventi volti a costruire degli scolmatori, a dar vita a dei muri di contenimento e a rinforzare gli argini. Ma di tutto questo in realtà non si discute e si spendono invece parole retoriche, a tragedie ormai avvenute, che si sarebbero potute risparmiare insieme a diverse vite.
In questa sequela di errori c’è né un altro che lascia interdetti; ed è quello di non comprendere la possibilità di investire le risorse di “italiasicura” per il sostegno legato alle aziende del primario che, così facendo, non solo verrebbero aiutate in un momento difficile per il settore, ma verrebbero anche messe nelle condizioni di esercitare il loro ruolo naturale di custodi del territorio.